MAROTTA - Aveva accoltellato la sorella di 79 anni. Poi aveva ingoiato barbiturici per cercare la morte. Senza trovarla. Ieri è stato definito il patteggiamento per un 74enne originario delle Puglie residente a Marotta che nel febbraio 2022 aveva aggredito la sorella convivente. L’uomo, al termine di un litigio nell’abitazione condivisa con la sorella in zona Marina alta di Marotta, aveva afferrato un coltello di cucina sferrando un fendente alla schiena alla sorella, la quale però ha avuto la forza di uscire di casa e chiedere aiuto.
L’allarme dei vicini
Alcuni vicini di casa avevano sentito le grida e visto la ferita. Così hanno dato subito l’allarme alle forze dell’ordine e ovviamente all’ambulanza per i primi soccorsi. Nel frattempo però lui, convinto di aver ucciso la sorella, alla vista dei militari, ha ingoiato una quantità ingente di barbiturici, circa tre flaconi. Una overdose di antidepressivi convinto di poter farla finita. Sul posto erano accorsi il 118 e i carabinieri. Entrambi erano finiti all’ospedale di Fano e qui i medici hanno valutato le condizioni di estrema gravità per entrambi, decidendo il trasferimento a Torrette di Ancona per la donna, sotto shock oltre che ferita, in rianimazione e il ricovero sempre in rianimazione per il fratello ma al Santa Croce.
Accusa derubricata
All’epoca l’uomo era piantonato dai carabinieri che indagavano per tentato omicidio. La donna aveva ricevuto una prognosi di 30 giorni per la coltellata tra la zona vertebrale e la scapola mentre l’uomo è stato salvato, migliorando di giorno in giorno dopo aver ingerito i medicinali. Così è finito sul banco degli imputati.
L’avvocato difensore Giuseppe Croce ha richiesto degli approfondimenti circa il capo di imputazione. «Le perizie medico legali hanno escluso che la coltellata avrebbe potuto ledere gli organi vitali quindi il reato configurato è stato quello delle lesioni gravissime, non più il tentato omicidio».
Indagini dei carabinieri
Le indagini erano state affidate ai carabinieri di Marotta, che hanno ricostruito il contesto familiare, dove i due vivono con pochi contatti con l’esterno. Sembra che l’uomo abbia detto ai soccorritori di averlo fatto perché la sorella era «malata». I due fratelli avevano quindi frequenti litigi ma pur sempre senza violenza. Assistito dall’avvocato Croce, l’uomo ha patteggiato a 2 anni con pena sospesa davanti al giudice monocratico del tribunale di Pesaro.
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