Il sistema Marche rallenta ma sul Pnrr siamo al 41%: meglio della media Italia. Bankitalia presenta il rapporto

Il sistema Marche rallenta ma sul Pnrr siamo al 41%: meglio della media Italia. Bankitalia presenta il rapporto
Il sistema Marche rallenta ma sul Pnrr siamo al 41%: meglio della media Italia. Bankitalia presenta il rapporto
di Maria Cristina Benedetti
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 14:55

ANCONA Nulla di inaspettato, si frena. Dai macro ai micro scenari, il declino è l’inevitabile conseguenza dell’aumento del costo del denaro da parte della Banca centrale europea, per contenere la spinta inflazionistica. In piazza Kennedy, ad Ancona, la mattinata uggiosa scivola via sull’aggiornamento congiunturale. «La Bce fa la sua parte», evidenziano gli esperti di Bankitalia nel preludio al rapporto sull’economia regionale. Dall’amara considerazione non si sfugge: «È cresciuta un po’ meno della media nazionale». L’istogramma torna a risalire sul fronte del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Qui, le Marche distaccano il sistema-Italia. 


Il dato 

«Delle risorse relative ai progetti da realizzare fino a giugno 2023 - fissa il punto a favore Alfredo Bardozzetti - le amministrazioni pubbliche locali avevano bandito procedure per 1,2 miliardi, pari a circa il 41% degli importi che necessitano di una gara». È il dato a fare la differenza, per il responsabile della Divisione analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia, con i Comuni che sono gli enti più virtuosi.

Al 10 ottobre risultavano assegnati a soggetti attuatori pubblici, per piani da tradurre in realtà sul territorio, 3,7 miliardi, «concentrati negli interventi associati alla missione dedicata a inclusione e coesione, nonché a quella relativa a istruzione e ricerca». Una luce nelle paludi delle stagnazione.

Le spine 

È costretto ad ammetterlo, Bardozzetti. «La ripresa post-pandemia è stata un fuoco di paglia». Va nei dettagli, che sono acuminati come spine: «Nel primo semestre 2023 ci sono stati numerosi segnali di rallentamento». Nessuno è escluso. Sabrina Ferretti, competente del credito, è la sua spalla. Insieme danno sostanza alle cifre: da gennaio a giugno il prodotto interno regionale sarebbe cresciuto dell’1%, rispetto allo stesso periodo del 2022, ma «meno che in Italia (1,2%)». Sul quadro d’insieme pesa «il clima d’incertezza legato alla guerra in Ucraina, che ha avuto un brusco aumento dopo i recenti attacchi terroristici in Medio Oriente». Il ritmo dell’industria diminuisce. Per Confindustria la contrazione della produzione manifatturiera è vicina al 2%, rispetto al 2022. Unica eccezione la fa il calzaturiero; segnano il passo le costruzioni. «Ha perso slancio - segnalano - l’attività legata alla riqualificazione abitativa». Bardozzetti&Ferretti registrano, poi, il cambio di segno: «Tengono i lavori legati alle opere pubbliche, merito dell’avvio dei cantieri Pnrr e di quelli della ricostruzione post-terremoto». In sintesi: il numero delle ore lavorate è aumentato dell’8% rispetto al 2022, secondo le Casse Edili, e la produzione del 5,8%, per Confindustria. Le compravendite di abitazioni, tuttavia, hanno subito una flessione del 21,1%.

I servizi 

L’assetto è sempre negativo: in difficoltà è il terziario, a causa dell’inflazione che intacca i consumi delle famiglie. Anche sul fronte dei servizi non c’è nulla di buono, per via dell’indebolimento della domanda interna. Le esportazioni ristagnano e non c’è niente che incoraggi gli investimenti. Tant’è che i prestiti bancari sono diminuiti, soprattutto per le aziende di piccole dimensioni. Al capitolo “famiglie”, è il sottoinsieme “erogazione di nuovi mutui” a essere il più penalizzato, che si rispecchia nella flessione delle compravendite di case, ed è l’effetto collaterale dell’ulteriore rialzo dei tassi d’interesse. Meno deteriorato è il credito al consumo, concesso ai nuclei familiari dalle banche e dalle società finanziarie: ha continuato a crescere, seppure in lieve rallentamento. I depositi bancari sono diminuiti. Secondo Bankitalia, tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, su un campione di 130 imprese con almeno 20 addetti, s’è ridotta la quota di quelle con fatturato in aumento, arrivando a controbilanciare le altre con fatturato in calo. Per coloro che vivono in condizioni di disagio economico è proseguita l’erogazione di sussidi per arginare i rincari energetici, mentre s’è ridotta la percentuale dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Nulla di inaspettato, si frena.

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