Alla sanità marchigiana 80 milioni in più nel 2023 ma le liste d’attesa restano un rebus

Alla sanità marchigiana 80 milioni in più nel 2023 ma le liste d’attesa restano un rebus
Alla sanità marchigiana 80 milioni in più nel 2023 ma le liste d’attesa restano un rebus
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 15:19

ANCONA La buona notizia è che, dopo un decennio, i finanziamenti per il nostro sistema sanitario regionale sono preceduti dal segno più. Nel 2023, infatti, nelle Marche sono arrivati 80 milioni di euro in più, rispetto al 2022, dal riparto del Fondo Sanitario Nazionale operato dal Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile. Ed a presentare quella che ha definito «un’opportunità storica» è stato ieri il senatore della Lega Alessandro Morelli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega al Cipess, durante una conferenza stampa a Palazzo Raffaello con l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini.

Nel complesso, per l'anno che si è appena chiuso, alle Marche sono state assegnate risorse per 3.153.923.900 euro e, dunque, circa 80 milioni in più rispetto al 2022.

Cifra all’interno della quale sono inclusi anche i 12 milioni di euro di premialità che spettano alle Regioni benchmark per il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza (le Marche si sono piazzate al quinto posto in Italia dopo Emilia Romagna, Toscana, Lombardia e Veneto). Scendendo nel dettaglio delle priorità di impiego delle maggiori risorse, il sottosegretario Morelli ha messo al primo posto «il taglio delle liste d'attesa, perché sappiamo che purtroppo ancora stiamo pagando lo scotto del Covid». 


Le prospettive

E il suo auspicio è quello di poter garantire il segno più nelle risorse alle Regioni anche per il 2024, così da proseguire nel lavoro avviato per abbattere i biblici tempi di attesa. Con le risorse aggiuntive - fa sapere la Regione - è stato anche reclutato specifico personale per aumentare le prestazioni sanitarie. Tra il 2022 e il 2023 le prestazioni ambulatoriali erogate sono cresciute dell'1,3% considerando il periodo che va da gennaio a novembre: le visita specialistiche, ad esempio, sono aumentate complessivamente di 27.498 unità. «Grazie a queste risorse aggiuntive lavoriamo sulla priorità delle priorità, che è il governo delle liste di attesa», ribadisce l’assessore Saltamartini. Lavoro entrato nel vivo lo scorso agosto con la delibera da oltre 9 milioni di euro con la quale si dava il via al Piano di recupero delle prestazioni saltate tra il 2020 e il primo semestre 2023 a causa dello tsunami Covid. Ma nonostante gli sforzi - che obiettivamente si stanno facendo - ancora si fatica a vedere i risultati. Basta guardare i freddi numeri per capirlo. Sul sito della Regione sono stati pubblicati i dati - aggiornati a settembre - a consuntivo dei tempi medi di attesa per le prestazioni monitorate e dal quadro generale emerge come ricevere alcuni esami sia ancora una corsa ad ostacoli.

A partire dalle mammografie, purtroppo sempre più un miraggio. Per la mammografia bilaterale non si riescono a rispettare i tempi per nessuna delle tre categorie di priorità: breve (prestazione da erogare entro 10 giorni), differita (entro 30 giorni per le visite, entro 60 per gli esami diagnostici) e programmata (entro 120 giorni) che sia. Per la priorità breve, il tempo medio di attesa registrato a settembre è di 24,4 giorni, per la differita 84,2 giorni e per la programmata addirittura 262 giorni. Non va meglio nel caso della mammografia monolaterale: 25 giorni per la breve, 103,6 per la differita e 134,9 per la programmata.

I casi limite

Per un’elettromiografia dinamica dell'arto superiore si devono aspettare in media 328 giorni nel caso di priorità P. E parliamo di tempi medi, quindi significa che c’è anche chi resta al palo anche più a lungo, sforando l’anno. Quello delle liste d’attesa fuori controllo è un problema che ha investito tutte le regioni, non solo le Marche. Ma in questo caso, il “mal comune mezzo gaudio” non vale. Serve un cambio di passo e in fretta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA