Appignanesi, direttore sanitario Asur: «Non si trovano specialisti, le visite rallentano. Soluzioni? Prima tappa, il teleconsulto»

Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur
Remo Appignanesi, direttore sanitario Asur
di Andrea Taffi
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Martedì 16 Novembre 2021, 02:15

Remo Appignanesi, direttore sanitario della Asur, l’assessore Saltamartini parla di situazione «inaccettabile» per le liste di attesa. Possiamo fare ordine tra screening ed esami?
«Gli screening oncologici hanno i loro percorsi. Gli esami delle liste d’attesa, altri. E per chi risulta positivo allo screening la segreteria si fa carico dell’appuntamento successivo e poi lo comunica all’utente tramite il medico curante».

 
Questa sarebbe la presa in carico che è un passaggio successivo. Torniamo indietro. I report di agosto del sito Ars dicono che ci sono almeno 1000 fra ecografia bilaterale al seno e mammografia bilaterali che non sono nei tempi. 
«Il tema è che in alcuni casi si lo screening si fa con l’impegnativa del medico perché c’è un problema culturale. Lo screening viene considerato di meno perché si svolge solo alla presenza del tecnico mentre la mammografia avviene alla presenza di un radiologo. Lo screening si fa su invito, la mammografia è a richiesta della paziente. E c’è grossa disomogeneità tra le aree vaste, quasi una questione storica».
Qualche indicazione?
«Una sola: la mammografia andrebbe svolta solamente nel caso in cui c’è bisogno di una valutazione clinica e non di un controllo periodico».
Un esempio di territorio poco abituato a seguire il percorso dello screening? 
«Il primo che mi viene in mente è nell’Area vasta 2 a Fabriano: pochi screening e molte mammografie».
Soluzioni per accorciare questa distorsione?
«Con l’integrazione del software nuovo di screening stiamo cercando di offrire alla paziente una flessibilità di orari e di scelta. Spesso l’appuntamento già incardinato non aiuta. In qualche territorio è stato già utilizzato. Un passaggio ulteriore potrebbe essere quello della App del Cup in cui si potranno scegliere l’ora e il giorno».
Quali sono le visite o le prestazioni diagnostiche che vi creano più problemi? 
«Rispetto al pre-Covid si è ribaltata la situazione tra visite ed esami. Prima c’era una richiesta più pressante di esami ora con la carenza di medici è difficile sostenere la domanda di visite. Per questo c’è stato l’allargamento delle scuole di specializzazione. Non è questione di non voler assumere, piuttosto non si trovano i medici. I nuovi medici sono pochi e possono scegliere dove andare».
E le visite più richieste? 
«La cardiologia è il settore più delicato. Poi gastroenterologia, dermatologia dove c’è una carenza di specialisti molto forte. Piano piano però stiamo normalizzando le agende: i posti si recuperano, il problema è che non si trovano gli specialisti».
Saltamartini dice che le urgenze saranno garantite.
«Le urgenze non sono oggetto di monitoraggio. In ogni caso il comitato con cui ci confrontiamo ci ha chiesto di omologare il percorso. Chi va al distretto, chi va in reparto, chi allo sportello e chi telefona. Questo disorienta l’utenza. Ci stiamo lavorando».
Per brevi e differite che cosa sta succedendo? 
«Il meccanismo delle liste di garanzia funziona abbastanza bene. L’utente che non riesce a essere soddisfatto in prima battuta e che accetta di essere iscritto alla lista di garanzia, successivamente viene ricollocato. Con buona parte degli utenti funziona. Questo è anche un sensore che ci consente di vedere cosa manca e dove aiutandoci a portare le azioni correttive».
Saltamartini vi sta tenendo sotto pressione. 
«Ci sono delle soluzioni innovative allo studio».
La produttività delle macchine diagnostiche è interessante.
«È presto per parlarne, ci sono percorsi molto interessanti allo studio».
Altre soluzioni tra quelle che si possono divulgare?
«Sicuramente l’uso del teleconsulto durante il Covid ha messo in contatto immediatamente il medico con lo specialista per decidere il percorso. È una pratica che potrebbe aiutare e avere un effetto positivo». 
Tempi?
«C’è un problema di sviluppo e completamento della piattaforma. Ci stiamo lavorando ma avere intravisto la potenzialità già uno stimolo importante».

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