Outing dell’assessore regionale Pieroni: «Anche io ho avuto il bonus ma l’ho donato alla Caritas». E mostra i bonifici

Outing dell assessore regionale Pieroni: «Anche io ho avuto il bonus ma l ho donato alla Caritas». E mostra i bonifici
​Outing dell’assessore regionale Pieroni: «Anche io ho avuto il bonus ma l’ho donato alla Caritas». E mostra i bonifici
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 12 Agosto 2020, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 08:35
ANCONA - Per l’assessore regionale al turismo, Moreno Pieroni, era un capitolo chiuso da più di un mese. Ci ha ripensato nelle scorse ore, quando a livello parlamentare è esploso il classico pasticcio all’italiana con i furbetti di Montecitorio che - nonostante stipendi d’oro e benefit - non si sono fatti sfuggire l’occasione di accaparrarsi anche i 600 euro destinati ai possessori di partita Iva per il lockdown. E così il candidato sindaco di Loreto, con uno studio odontotecnico in società, ha deciso di fare outing ma con tre bonifici da 1.400 euro a portata di mano. Data leggibile, 9 luglio.

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L’iter
«Più di un mese fa - sottolinea Pieroni, socialista - ho deciso di girare i due accrediti da 600 euro l’uno alla Caritas di Loreto e Castelfidardo e a Centro turistico giovani lauretano, aggiungendo anche 200 euro al totale. Non sapevo che il mio socio li aveva richiesti ed avendo l’attività divisa in parti uguali abbiamo ricevuto entrambi i bonus del governo». 

La solidarietà
Racconta Pieroni che il 30 giugno, quando ha visto l’accredito in banca per i mesi di aprile e maggio, ha subito deciso - assieme a sua moglie - di sostenere le attività solidali fondamentali per le famiglie in difficoltà. «Abbiamo provveduto a fare due bonifici da 500 euro l’uno alle Caritas per sopperire alle scadenze dei nuclei più disagiati ed un altro da 400 euro al Centro giovanile che stava organizzando un campo scuola. Tutto nel giro di pochi giorni. Poi non ci ho pensato più». Capitolo chiuso, appunto, fino a qualche giorno fa quando la segnalazione arrivata dalla direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inpas ha alzato il sipario sulla (dis)onorevole furbata nazionale, che altrimenti sarebbe passata sotto traccia. Con almeno cinque deputati che hanno chiesto all’Inps il bonus da 600 euro mensili poi elevato a 1000 previsto dai decreti Cura Italia e Rilancio per sostenere il reddito di autonomi e partite Iva. «Sarebbe bastato bloccare l’accesso ai contributi a parlamentari e rappresentanti delle Regioni - riflette Pieroni - per evitare tutto questo. Sono invece d’accordo sul fatto che gli amministratori locali, sindaci e assessori, possano richiedere il bonus visto che i rimborsi istituzionali sono minimi e se viene a mancare il sostegno di un’altra attività i disagi economici possono farsi sentire come in tutte le altre famiglie». 

La polemica
Ora l’indignazione è nazionale e trasversale, i partiti hanno iniziato il pressing per conoscere l’identità di chi si è intascato quei fondi. E sono scattate pure le verifiche interne ai partiti, con un’unica grande consapevolezza: al peggio non c’è mai limite.

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