Export da record per le Marche: merito dei distretti e delle filiere corte

Export da record per le Marche: merito dei distretti e delle filiere corte
Export da record per le Marche: merito dei distretti e delle filiere corte
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 08:32

ANCONA Una regione capace di esportare sempre di più i prodotti delle sue imprese (grazie soprattutto alla presenza dei distretti industriali e ai rapporti di filiera) ma che stenta a trovare figure professionali specializzate e a garantirsi un adeguato ricambio generazionale ai vertici delle aziende, scontando anche una fuga di cervelli che negli ultimi dieci anni ha visto emigrare circa 4mila laureati, divisi a metà tra chi cerca un lavoro fuori regione e chi va allestero. S’intrecciano punti di forza e fattori di debolezza nell’istantanea del sistema economico marchigiano scattata dal Rapporto annuale Economia e finanza dei distretti industriali della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.

 

 

Prodotti di qualità


Le difficoltà contingenti, spiegano gli economisti del Gruppo bancario, non intaccano la competitività del manifatturiero italiano, la presenza di filiere corte sostiene qualità delle produzioni e tenuta degli approvvigionamenti, la forte propensione all’export è una costante che ha finora sostenuto i fatturati delle aziende anche a fronte di una domanda interna debole. «Tutte caratteristiche - si legge nel report di Intesa Sanpaolo - delle quali può fregiarsi anche il sistema economico delle Marche con una notoria forte incidenza del manifatturiero, che non a caso favorisce una elevata propensione all’export elevata, pari al 55%, superiore a tutte le altre regioni del Centro (32%) e alla media italiana (36%)».

E infatti nel 2022 l’export marchigiano ha quasi raggiunto i 23 miliardi di euro (+82% rispetto al 2021, ancora segnato dal Covid), mentre quello dei soli nove distretti marchigiani ha raggiunto i 4,8 miliardi (il 21% del totale export regionale) con una crescita di quasi 759 milioni sul 2021: il miglior risultato dal 2009 ad oggi.

E nel primo semestre 2023 l’export regionale ha continuato ad accelerare (+18,2% tendenziale, rispetto a una media italiana del +4,2%) superando i 12 miliardi di euro.


Abbigliamento e pelletteria


Andamento sostenuto nei primi sei mesi di quest’anno anche per le esportazioni dei distretti marchigiani (+7,2% tendenziale rispetto a una media dei distretti italiani del +2,3%). Si distinguono in particolare Calzature di Fermo (+ 9,3% pari a +72 milioni), Abbigliamento (+19,8%), Pelletteria di Tolentino (+21,3%), Jeans valley del Montefeltro (+ 24,1%). Buone performance anche per Macchine utensili e per il legno di Pesaro (+11,8%) e Strumenti musicali di Castelfidardo (+15%). Pagano dazio invece i distretti del sistema casa: Cappe aspiranti ed elettrodomestici di Fabriano (-2,5%) e Cucine di Pesaro (-3,7%); anche il Cartario di Fabriano mostra una flessione (-3,2%), dopo un 2022 chiuso a +16,9%. 


Davanti a difficoltà di mercato assortite, l’imprenditore marchigiano cerca soluzioni. La crisi energetica è stata affrontata con un mix di strategie, tra cui revisione dell’offerta per ottimizzare i costi, ma anche efficientamento e autoproduzione di energia. «Secondo una survey condotta da Intesa Sanpaolo - si spiega nel rapporto - il 44% dei rispondenti nelle Marche ha osservato nei propri clienti un buon livello di investimenti in fonti di energia rinnovabili (contro 43% Italia) e di investimenti per efficientare i processi in linea con la media italiana. Queste strategie in alcuni casi hanno permesso di contenere, o addirittura annullare il rialzo della bolletta energetica».

Le priorità


Tra le priorità da affrontare, oltre al recupero di efficienza, i temi legati al capitale umano e alla digitalizzazione. Nelle Marche è sempre più difficile trovare competenze sul territorio: secondo le rilevazioni Excelsior di Anpal-Unioncamere, nel 2022 circa il 43% delle posizioni scoperte sono di difficile reperimento (nel 2019 erano il 28%), quota che per le figure specializzate, nell’aggiornamento di novembre, saliva al 53,5%. Si stenta anche nel passaggio generazionale: nelle Marche solo il 17% delle imprese distrettuali ha introdotto almeno un under 40 nei board.

«Eppure - fanno notare gli analisti di Intesa Sanpaolo - le imprese che hanno almeno un amministratore giovane hanno registrato una miglior evoluzione del fatturato nel biennio 2019-2021 e mostrano maggior attenzione all’innovazione e alla sostenibilità». Le Marche continuano a perdere giovani laureati: dal 2012 al 2021 in 2mila se ne sono andati in altre regioni italiane e altrettanti all’estero. L’antidoto? «Per trattenere giovani nel territorio - è la soluzione proposta nel report -, occorre incrementare l’adozione di strumenti di welfare aziendale, che permettono anche un ritorno in termini di produttività».

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