ANCONA - L'export agroalimentare marchigiano stabile al terzo trimestre 2023 con gli scambi con l’estero che superano quota 406 milioni di euro. Quasi il 42%, secondo uno studio di Coldiretti Marche su dati Istat, riguarda i paesi dell’Unione Europea con Germania (58 milioni, +13,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e Francia (34 milioni, +10%) in testa.
Export agroalimentare, la classifica delle province più virtuose
Tra le province marchigiane Ancona è quella che ha la maggior quota di commercio con l’estero con 134,7 milioni di euro, seguita da Macerata (circa 89,7 milioni), Pesaro (81,3 milioni), Ascoli (80,8 milioni) e Fermo (19,4).
Al lavoro ci sono più di 4200 operatori impegnati in vari settori produttivi: dai cereali (22mila ettari) al vino (6800 ettari), dall’ortofrutta (oltre 5mila ettari) all’olio (più di 3mila ettari). Una certificazione molto ricercata all’estero da consumatori sempre più attenti a cosa finisce dallo scaffale al carrello e da lì alla tavola. «I cibi e le bevande stranieri – spiegano da Coldiretti - sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi».