Meno farmaci in Cina, frena l’export Marche. Ma la moda rimonta

Effetto Pfizer esaurito, vendite all’estero giù del 9,2%. Bene tessile e calzature Cardinali, Confindustria: «Mercati europei deboli, stiamo perdendo terreno»

Meno farmaci in Cina, frena l’export Marche. Ma la moda rimonta
Meno farmaci in Cina, frena l’export Marche. Ma la moda rimonta
di Lorenzo Sconocchini
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Dicembre 2023, 04:15 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 07:01

ANCONA - Rincorrendo il saliscendi della curva dei contagi da Coronavirus in Cina, voracissima consumatrice dell’antivirale Paxlovid prodotto nello stabilimento Pfizer di Ascoli Piceno, l’export marchigiano piega verso il basso segnando nei primi nove mesi dell’anno un valore di 15, 457 miliardi di euro, con un -9,2% rispetto al gennaio-settembre del 2022. Pesa, stavolta in negativo, il dato del farmaceutico marchigiano, che pure per anni ha fornito uno dei maggiori contributi alla crescita su base annua dell’export nazionale grazie all’aumento delle vendite verso la Cina attribuibile in gran parte ai farmaci anti-Covid.

Le montagne russe

Le vendite verso la Cina in appena un anno, nel confronto tra i primi 9 mesi ‘22-‘23, sono salite da 316,9 milioni a 3,673 miliardi. (+1.058,5%) .

Ma con l’aggiornamento del terzo trimestre 2023 diffuso dall’Istat, proprio, l’export del comparto farmaceutico, dopo numerosi trimestri di crescita sostenuta, ha mostrato una contrazione del 17,2%. E non è un caso che tra le cinque province marchigiane quella ad avere il risultato peggiore sia proprio Ascoli (-16,4%), dove ha sede una fabbrica Pfizer che produce tra l’altro le pillole antivirali Paxlovid vendute in tutto il mondo (specie in Cina) per la sua efficacia contro Omicron.

Dopo il picco del primo anno di produzione, avviata a maggio 2022, evidentemente c’è stato un calo di domanda (ma non è escluso che risalga) che si riflette anche nel calo delle esportazioni verso il Belgio (-59,8%), dove ha sede il quartier generale europeo di Pfizer. Le esportazioni marchigiane, al terzo trimestre del 2023, si attestano su un valore di 15, 457 miliardi di euro dato in flessione se paragonato al quello dello stesso periodo dello scorso anno. La variazione rispetto a gennaio-settembre 2022 è di -3,3% e scende a -9,2% incorporando le esportazioni degli articoli farmaceutici chimico medicinali botanici. Un dato, quello marchigiano, in controtendenza con la variazione dell’export italiano, che si assesta a +1%.

Bene Macerata e Fermo

Se il farmaceutico traina in basso il nostro interscambio con l’estero a risollevarne in parti le sorti pensa la performance del tessile-abbigliamento e accessori pelle che segna un +8% e determina la crescita dei territori del distretto calzaturiero e della moda: in un quadro di calo tendenziale sono positivi infatti solo gli andamenti delle province di Macerata (+4,5%) e Fermo (+8,6%).

I segni meno

Oltre alla provincia di Ascoli, prosegue l’andamento sfavorevole dell’area settentrionale delle Marche: Ancona segna una flessione del 7,9%, Pesaro-Urbino del 3,9%. Continua la fase espansiva dal 2021 per il comparto degli apparecchi elettronici (+10,4%), mentre i mercati di riferimento per l’export marchigiano rispecchiano il podio delle ultime rilevazioni che vede in testa la Cina seguita da Belgio, Francia, Germania e Stati Uniti.

«Non sorprende troppo un arresto, nel confronto anno su anno, dopo mesi di rimbalzo e rincorsa - è il commento del Presidente di Camera Marche Gino Sabatini -. La variabile del comparto farmaceutico chimico sappiamo che può far spostare in modo sensibile l'ago della bilancia del nostro interscambio commerciale. Più sorprendente per certi versi la capacità non solo di tenuta ma di evoluzione del settore tessile calzaturiero, che è stato capace di rinnovarsi nel rispetto della qualità della tradizione e di ri-orientarsi su nuovi mercati».

Il calo del 9,2% delle esportazioni delle Marche nei primi nove mesi del 2023 non sorprende Confindustria Marche, che già a fine estate aveva visto all’orizzonte segnali di flessione dell’export. «Il risultato reso noto oggi dall’Istat - ha commentato il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali – conferma le preoccupazioni espresse già a fine estate soprattutto a causa della debolezza dei mercati europei, in particolare della Germania. L’Italia cresce moderatamente nell’export, le Marche perdono invece terreno. È quanto mai necessario invertire rapidamente la rotta supportando come sistema Marche le nostre imprese per affrontare i mercati internazionali nelle turbolente condizioni di contesto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA