La spesa per il personale sanitario sale nelle Ast marchigiane, mannaia a Torrette

Palazzo Raffaello approva i bilanci preventivi adottati dalle 7 aziende All’ospedale regionale una sforbiciata da 4 milioni nel 2024 e nel 2025

Spesa per il personale sanitario: sale per le Ast, mannaia a Torrette
Spesa per il personale sanitario: sale per le Ast, mannaia a Torrette
di Martina Marinangeli
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Sabato 24 Febbraio 2024, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 07:12

ANCONA - Sulle montagne russe dei bilanci sanitari, i sali-scendi più vertiginosi corrono sulle cifre destinate al personale. Uno dei principali nervi scoperti del sistema, dal momento che la carenza di figure professionali della sanità ha pesanti ripercussioni sulle attività dei reparti. Una fotografia della situazione la scattano i bilanci preventivi adottati dalle cinque Ast e dalle due aziende ospedaliere (Torrette ed Inrca) e approvati da Palazzo Raffaello lo scorso lunedì.

Partiamo dalla struttura che, essendo unico dea di II livello della regione, ha bisogno di una pianta organica importante.

Il costo del personale dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche è stato di 192.590.488 euro nel 2023, in calo di 888.986 euro rispetto al 2022. Questo anche perché i dipendenti in servizio al 31 dicembre scorso erano 3789 diminuisce, quindi 108 unità in meno rispetto all’annualità.

E per il 2024 e il 2025 l’azienda prevede un ulteriore decremento del costo del personale pari a circa 4 milioni di euro. Una mannaia. Se Torrette scende, l’Inrca sale: il costo del personale dipendente è di 65.693.532 euro per tutte le sedi, con un incremento di 877.813 euro (+1,35%) sul 2022. Upgrade che deriva «dall’aumento dell’attività e dall’avvio di nuovi modelli organizzativi implementati nel corso del 2023, tra cui la presa in carico del paziente a domicilio con la telemedicina», spiega l’azienda, che nel 2023 ha anche stabilizzato 27 unità di personale.

Passiamo alle Ast, partendo da quella di Pesaro: qui per i dipendenti si spendono 221.299.758 euro, con risparmi derivati dalle cessazioni del 2022 e del 2023, che compensano in parte la corresponsione dell’importo dell’una tantum del 2023 (2,5 milioni). Voce di spesa non trascurabile è quella per il costo di consulenze, collaborazioni e lavoro interinale, pari a 7.877.612 euro. Cifra che «tiene conto delle prestazioni aggiuntive necessarie per la copertura dei turni nell’area Emergenza-urgenza, l’incremento delle tariffe orarie delle prestazioni aggiuntive per il personale medico e infermieristico operante in quel reparto e il ricorso ad assunzioni di personale in pensione». Una pezza per tamponare l’emorragia di personale dal segmento delle Urgenze diventata ormai una prassi in molti Pronto soccorso regionali.

All’Ast 2, invece, il costo dei dipendenti arriva a 224.236.546 euro, registrando un aumento di 4.216.484 euro in un anno dovuto in gran parte all’una tantum del 2023. Quanto alle consulenze e collaborazioni (7.982.722 euro), l’incremento è di 1,2 milioni di euro, destinato soprattutto ai co.co.co. per medici specializzandi al fine di «garantire la continuità nell’erogazione dei Lea», dettaglia l’azienda» e per l’incremento del personale tirocinante e borsista. All’Ast 3 di Macerata (spesa per i dipendenti: 198.183.399 euro, in aumento di 4.115.847 euro sul 2022). Uno scostamento riconducibile, tra le altre cose, alla realizzazione del piano occupazionale ed alla riammissione in servizio dei dipendenti sospesi per inadempimento all’obbligo di vaccinazione.

Le criticità

L’azienda spiega che «le difficoltà di reclutamento per completare il piano occupazionale hanno provocato incrementi di spesa per prestazioni aggiuntive e per conferimento di incarichi di co.co.co. a medici pensionati e specializzandi», con aumento pari a 350.867 euro. Arrivando alle ultime due Ast, quella di Fermo fa segnare un costo del personale di 88.441.611 euro, mentre quella di Ascoli di 134.803.392 euro, in lieve calo sul 2022. La voce consulenze&collaborazioni da 700mila euro è stata finalizzata in particolare «all’esecuzione di progetti regionali». Freddi numeri da cui traspaiono tutte le criticità che comporta l’ormai cronica carenza di personale sanitario.

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