Per la costa devastata dal mare ecco 40 milioni tra fondi europei e Pnrr: tutti gli interventi

Per la costa devastata dal mare ecco 40 milioni tra fondi europei e Pnrr: tutti gli interventi
Per la costa devastata dal mare ecco 40 milioni tra fondi europei e Pnrr: tutti gli interventi
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Lunedì 12 Dicembre 2022, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:41

ANCONA - Tra fondi europei e quelli del Pnrr, quasi 40 milioni di euro per il futuro delle spiagge marchigiane. A difesa della costa, la Regione Marche ha messo a sistema 25 milioni di risorse del Fesr 2021/2027 e 14,7 milioni del Pnrr programmando 10 interventi strutturali. L’obiettivo è calendarizzare bene perché «si tratta di lavori assoggettati a procedure autorizzative complesse, che devono essere realizzate senza andare a contrasto con la stagione turistica e condizionati dal meteo». 

 


I Comuni


Ma più di tutto rendere questi primi finanziamenti disponibili a Comuni che – ricorda la delibera firmata il 28 novembre - in questa congiuntura economica, con l’aumento del prezzo delle opere pubbliche, difficilmente possono prevedere quel tipo di investimento.

Per individuare le opere, la giunta Acquaroli ha tenuto conto della tempistica del Pnrr, della sostenibilità finanziaria (se i lavori possono rientrare nei piani degli enti locali), dell’effettiva priorità dell’investimento e dell’interconnessione tra le opere. Il risultato: sui 37 interventi previsti dal Piano di gestione integrata delle zone costiere (Piano Gizc), l’atto individua ben 10 progetti per un importo complessivo di 39.682.782 euro che saranno supportati al 63% con fondi del Fesr e al 27% con quelli del Pnrr. 


La distribuzione


Nella distribuzione per provincia, il 36,3% va al tratto maceratese dell’Adriatico, il 35,8% a quello fermano, il 16,4% all’ascolano e il 11,4% al pesarese. Dati che tuttavia devono essere letti tenendo conto che, dal 2020, 11 interventi del Gizc sono già stati realizzati, altri 12 sono in corso di realizzazione e c’è un cospicuo contributo di Rfi per la messa in sicurezza delle linee ferroviarie (circa 8 milioni). Pertanto, nell’ascolano con i fondi Fesr (6,5 milioni), è previsto il primo stralcio delle scogliere sommerse sul litorale Sentina con il recupero e la protezione della Riserva.


Il piano


È il terzo degli interventi del Piano regionale previsti in quella provincia, dopo le scogliere e il ripascimento a nord del litorale di Grottammare già completato e quello, in corso, a nord della foce del Tesino. Sulla Riviera fermana, le opere superano i 14 milioni di euro. Al Sud di Pedaso, il primo stralcio di scogliere (2,3 milioni); a Nord, la riconfigurazione e il riallineamento di opere di difesa (1,5 milioni); a Marina Palmense, la trasformazione di 6 scogliere sommerse in emerse (2milioni); tra Civitanova Marche e Porto Sant’Elpidio «il ripascimento da deposito litoraneo e sovra sedimentazione fluviale litorale» e il II stralcio di delle scogliere a Porto Sant’Elpidio per un importo complessivo di 8,407.782 euro. Interventi che si sommano alle opere già completate a Lido di San Tommaso a Fermo e ad Altidona e a quelle in parte realizzate a Sud di Marina Palmense. Nel maceratese, la Regione attiverà su Civitanova fondi del Pnrr al confine con Porto Sant’Elpidio e del Fesr con Porto Potenza Picena (5,4 milioni). E sempre con i fondi Fesr,  darà il via alle scogliere emerse sul litorale di Scossicci (I stralcio da 9 milioni). Inoltre, proseguono i lavori a Fontespina e al fosso Pilocco sul Fiume Potenza. 


Interventi a nord


Infine, con il Pnrr, la  giunta Acquaroli interviene a Fano, a Sud del Metauro con il II stralcio delle opere a difesa della foce del fiuome (4milioni), completa le scogliere a Sassonia (275mila) e, a Pesaro, quella di Casteldimezzo (250mila). Il che porta a otto gli interventi sui 10 previsti dal Gizc. Rimangono a margine, perché importi finanziabili con risorse locali, quello sulla spiaggia di Vallugola di Gabicce e a nord della foce del Metauro. Interventi che mirano a ridurre l’energia del moto ondoso e proprio per questo le associazioni, come Legambiente, giudicano «obsoleti». «Oltre ad interventi puntuali con l’utilizzo di scogliere e ripascimenti – spiega il geologo Andrea Dignani, degli attivisti ambientali - è necessario agire sulla naturale sedimentazione, il che richiede il ripristino della fascia costiera con dune e aree protette, lo studio di un nuovo assetto urbanistico e di una nuova cultura di fruizione turistica basata sulla sostenibilità». 

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