ANCONA - Raccontano i bene informati che Maurizio Mangialardi abbia chiuso la videoconferenza molto soddisfatto del confronto con tutti gli esponenti provinciali di Italia Viva e che il partito di Renzi abbia deciso di sciogliere la riserva ed appoggiare il candidato governatore scelto dal Pd prima che si scatenasse la pandemia da Coronavirus. Un confronto durato quasi tre ore che ha sancito il penultimo passo verso il ricompattarsi del centrosinistra attorno al sindaco uscente di Senigallia, pronto a raccogliere il testimone del presidente Luca Ceriscioli. Il tassello mancante è Art.1 nonché l’ex rettore della Politecnica Sauro Longhi, fino a qualche giorno fa determinato ad andare avanti con il suo ambiziosissimo progetto Le Marche ideali, attorno al quale si sono ritrovati moltissimi delusi dalla politica e altrettanti nomi di alto profilo delle Marche.
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Ma il Coronavirus ha inevitabilmente modificato anche gli scenari della politica e domani potrebbe essere il giorno della chiusura del cerchio, oppure dell’arrivederci e grazie. Gli umori testati propenderebbero più verso la prima ipotesi, ma sarà solo al termine dell’incontro che si saprà la scelta finale. Mangialardi, intanto, contattato in serata non si sbilancia: preferisce attendere la conclusione dei tavoli ed è già al lavoro per fissare i punti del programma elettorale da sottoporre ai marchigiani, con il sostegno di un centinaio di sindaci della regione. «Ho ben chiare le esigenze delle Marche da qui al prossimo quinquennio - sottolinea il sindaco che è anche presidente dell’Anci regionale - perché come responsabile dell’associazione dei Comuni ho un bagaglio di conoscenza che mi aiuta moltissimo ad individuare con chiarezza i nodi da sciogliere. Con l’apporto degli alleati, poi, il programma si arricchisce di contenuti e di strategie per il rilancio del territorio. Ovvio però che il Coronavirus ci ha costretto a ricalibrare le scelte tenendo conto della situazione di emergenza, non solo sanitaria».
Sul sondaggio del centrodestra, che vedrebbe il candidato FdI Acquaroli in testa di sette punti, Mangialardi nicchia. «Non credo che le cose stiano proprio così. Ho anche letto sul Corriere Adriatico che il responsabile regionale Ciccioli ipotizza che lo scarto possa addirittura raddoppiare. Forse si è reso conto che sette punti di vantaggio - ripeto: nell’ipotesi che ci siano ma non ci sono - si recupererebbero in un attimo. Basterebbero 3 punti e mezzo, per esempio, per arrivare ad una situazione di parità».
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