ANCONA - C’è il desiderio di tornare alla vita come era prima del Coronavirus ma c’è anche la consapevolezza che il mondo è cambiato e difficilmente si riuscirà a fare un passo indietro. Perché in tre mesi di lockdown sono state modificate radicalmente le abitudini: catapultati nel mondo dello smart working, dopo l’iniziale smarrimento, la maggioranza dei marchigiani ha preso confidenza con il nuovo modo di lavorare tanto che quasi l’80% degli occupati è d’accordo o molto d’accordo ad usarlo anche oltre l’emergenza.
Lo rileva l’ultimo sondaggio di Sigma Consulting che ha monitorato costantemente il sentiment dei marchigiani dall’inizio dell’emergenza ad il 2 giugno. Sempre sul fronte dell’occupazione, in base alle dichiarazioni degli intervistati, è attiva il 78% della forza lavoro precedentemente occupata: il 54% sul posto di lavoro, il 24% a distanza. Tra cassa integrazione e interruzioni dei rapporti professionali, 2 occupati su 10 non hanno ancora ripreso la propria attività lavorativa. Cala invece del 6% il gradimento per la didattica a distanza, che in questi mesi ha messo a dura prova studenti, insegnanti e famiglie con la chiusura delle scuole.
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«Una ventina di giorni di riapertura delle attività hanno comunque modificato visibilmente gli stati d’animo dei cittadini interpellati. Il sentimento di speranza, in aumento di 15 punti percentuali dall’inizio della quarantena, è ora l’atteggiamento prevalente. Crescono le percentuali anche su molti altri stati d’animo positivi come pazienza, fiducia e ottimismo. Rimangono forti il senso di attesa (in crescita) e insicurezza nei confronti del futuro». Alla domanda: qual è l’origine del Covid? Il 32% è convinto che sia stati trasmesso all’uomo dagli animali e il 26% che sia uscito per errore da un laboratorio.
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