Il primario Tempesta: «Ricoverati solo i non immunizzati. Vaccinatevi, non voglio vedervi nel mio reparto. Una fortuna la Delta d'estate»

Il primario Tempesta: «Ricoverati solo i non immunizzati. Ragazzi vaccinatevi, non voglio vedervi nel mio reparto»
Il primario Tempesta: «Ricoverati solo i non immunizzati. Ragazzi vaccinatevi, non voglio vedervi nel mio reparto»
di Martina Marinangeli
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Giovedì 12 Agosto 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 09:43

Dottor Michele Tempesta, primario del servizio di Anestesia e Rianimazione nell’azienda ospedaliera Marche Nord di Pesaro, qual è l’identikit degli attuali ricoverati nel suo reparto?
«Al momento, in terapia intensiva abbiamo quattro ricoverati e sono tutti non vaccinati. Due arrivano da altre province (Ascoli e Fermo), ed anche in sub intensiva ci sono un paziente di Fabriano ed uno di Fermo. Soprattutto arrivano dal sud delle Marche». 

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In generale, nell’ultimo periodo avete avuto tutti degenti non vaccinati? 
«No, abbiamo ricoverato anche un paziente che aveva ricevuto lo Sputnik ed uno che aveva fatto la prima dose di vaccino ed il giorno dopo si è ammalato, quindi il virus l’aveva contratto prima della somministrazione. Per il resto, tutti non vaccinati». 

Chi dovesse finire in ospedale nonostante il ciclo vaccinale completo, ha più possibilità di non sviluppare le forme severe della malattia? 
«Sì, ce lo dicono i numeri. Nei rarissimi casi in cui sviluppassero la polmonite, comunque la gravità della malattia sarebbe ridotta e non arriverebbero in terapia intensiva». 

Qual è l’età media degli attuali ricoveri? 
«Siamo intorno ai 50/55 anni, quindi pazienti giovani. L’età media è scesa.

È l’effetto vaccini? 
«Sì, dai 70 anni in su sono tantissimi i soggetti vaccinati, quindi l’età dei ricoveri si è abbassata. 

Nel 2020, i mesi estivi erano stati molto tranquilli quanto a ricoveri. Quest’anno invece, il virus sembra non voler dare tregua: come mai secondo lei? 
«Nel 2020, ormai da due mesi eravamo a zero pazienti: avevamo avuto solo un ricovero a luglio ed uno ad agosto. Quest’anno il quadro è molto diverso: la variante Delta è più contagiosa ed aggressiva, e dunque i numeri sono peggiori». 

Con queste premesse, che autunno dobbiamo aspettarci? 
«Credo che la variante Delta stia facendo il suo corso, e per fortuna lo sta facendo in estate: se continuiamo con le vaccinazioni non avremo un impatto enorme.

Poi, certo, se dovessero comparire altre varianti che bucano i vaccini, cambia tutto». 

A settembre riapriranno le scuole e la maggior parte dei ragazzi non è vaccinata: che rischi si corrono? 
«È vero che in quel contesto si rischia di più, ma per i ragazzi l’infezione è trascurabile. L’importante è che, tornando a casa, trovino persone vaccinate. In questo modo, anche se dovessero prendere il Covid, lo prenderanno in forma innocua». 

Possiamo dunque dire, ragionevolmente, che grazie alla copertura vaccinale potremo evitarci il terzo inverno consecutivo con i reparti ospedalieri intasati? 
«Se non escono fuori varianti che bucano i vaccini, non dovremmo più vedere reparti intasati. Il grosso problema del Covid è che blocca, o quantomeno rallenta, tutte le altre patologie».

Avete già una stima di quanto sia rimasto indietro nella cura delle altre patologie? 
«A Marche Nord abbiamo isolato i pazienti Covid nella palazzina di Malattie infettive, quindi gli altri reparti sono andati avanti. Ma globalmente un rallentamento c’è: nelle patologie oncologiche, in quelle cardiovascolari, ma anche in tante altre, altrettanto gravi». 

Marche Nord è l’unica delle aziende ospedaliere ad aver attivato tutti i nuovi posti letto di terapia intensiva previsti dal Dl 34: questo vi dà una marcia in più? 
«Sono da gestire. Nell’emergenza si fa tutto, ma affrontare un terzo inverno con 20/30 pazienti in più diventa problematico». 

Non bastano i posti letto, insomma: serve più personale. 
«Stiamo facendo di tutto per prenderlo, ma i medici mancano in tutta Italia. Così come gli infermieri». 

Nel suo reparto ci sono medici o infermieri no vax? 
«Medici di sicuro no, ma neanche infermieri che io sappia». 

Chi sta in Rianimazione sa bene quali possono essere le tragiche conseguenze del Covid, insomma.
«Mi chiedo: chi ha vissuto gli ospedali di Pesaro l’anno scorso, come fa ad essere no vax?» .

I pazienti no vax con cui avete avuto a che fare, hanno cambiato idea dopo aver sperimentato cosa significhi essere ricoverato in terapia intensiva? 
«Sì, si ricredono. Quelli che sono stati in Rianimazione si sono redenti». 

Che appello si sente di fare ai no vax ed a chi è ancora indeciso sul sottoporsi o meno alla profilassi anti-Covid? 
«Vaccinatevi, non voglio vedervi nel mio reparto».

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