I musei delle Marche ora fanno rete: arte, borghi e paesaggi per attirare più turisti

I musei ora fanno rete: arte, borghi e paesaggi per attirare più turisti
I musei ora fanno rete: arte, borghi e paesaggi per attirare più turisti
di Lucilla Niccolini
3 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Giugno 2023, 02:15

ANCONA -  In una regione che conta 225 Comuni, spesso arroccati in aree collinari e montane, finalmente si afferma l’urgenza di una rete museale, per la tutela e la divulgazione, anche in chiave turistica, dell’identità e del patrimonio di una cultura che può sembrare minore, rispetto ai poli museali più grandi, ma ha molto da raccontare.

Perché l’operazione possa dare frutti e abbia un futuro, l’assessorato alla Cultura della Regione Marche ha deciso di nominare nuove figure, “direttori di rete” capaci di coordinare provvedimenti, azioni e promozioni.

Recentemente presentati al Salone del Libro di Torino, i sette direttori hanno ieri incontrato la stampa nella rinnovata Sala Raffaello del palazzo della Giunta.


Giovani e preparati


Tutti giovani e preparati, determinati a dimostrare validità di idee e capacità organizzativa, hanno illustrato la loro strategia, introdotti dall’assessora Chiara Biondi e dalla dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali Daniela Tisi. «La nostra idea di promuovere in rete luoghi e paesaggi, molti dei quali colpiti dall’ultimo sisma, ha ricevuto il plauso della Icom Italia - ha esordito con orgoglio la Biondi - Le peculiarità possono essere valorizzate, creando un volano di attrazione, oltre che di contrasto allo spopolamento. Sono sicura che questi giovani sapranno vincere la sfida». Sarà fondamentale la collaborazione degli enti locali, per una gestione integrata e collaborativa del patrimonio di aree interne e montane, cui sono già stati destinati 570mila euro.

«E la prospettiva – ha aggiunto Daniela Tisi – è di mettere al più presto le nostre reti in connessione tra loro, e col sistema nazionale». I sette direttori si sono già attivati, come hanno spiegato in una sintetica relazione. Ha preso la parola per primo Tommaso Strinati, a capo della rete “Metromuseo dei borghi di Marca”, che comprende Montalto delle Marche (capofila), Monte S. Martino e Monte Rinaldo. «L’intento – ha detto – è di trovare nuove forme di musealizzazione post-sisma. E di portare l’arte contemporanea nei borghi antichi». 


L’agricoltura


Musei, ma anche paesaggio e agricoltura, come nel piano d’azione di Alessandra Tomassetti, direttrice di “Amati”, rete tra 7 Comuni della Valdaso. Un’identità riconoscibile è invece il pallino di Federica Galazzi, chiamata a dirigere la “Rete museale per una narrazione di comunità” tra i Comuni di San Severino Marche (capofila), Castelraimondo, Pioraco e Sefro. Sarà poi Gradara a guidare, sotto la direzione di Luca Baroni, la rete “Gambi”, per l’area che comprende anche Apecchio, Mombaroccio e Borgo Pace. Vanessa Lani cercherà di riportare all’attenzione di studiosi e turisti la Flaminia Romana (Fano capofila) e i suoi siti archeologici, con un percorso integrato per escursionisti

. Chiudono la serie il “Sistema museale piceno”, tra le province di Fermo e Ascoli, con capofila Appignano del Tronto, diretto da Concetta Ferrara, e “Le città visibili” (San Ginesio, Gualdo e Tolentino), «per aprire – ha detto il direttore Ivan Antognozzi – i musei “prima dei musei”: mostrando, grazie alla realtà aumentata, luoghi ancora chiusi, come il Cappellone di San Nicola». «Un progetto virtuoso – ha concluso il governatore Acquaroli – che altre regioni ci invidiano». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA