Acquaroli: «Noi mettiamo fondi e facciamo promozione ma gli albergatori devono crederci e investire nel rilancio del turismo»

Acquaroli: «Noi mettiamo fondi e facciamo promozione ma gli albergatori devono crederci e investire nel rilancio del turismo»
Acquaroli: «Noi mettiamo fondi e facciamo promozione ma gli albergatori devono crederci e investire nel rilancio del turismo»
di Maria Teresa Bianciardi
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Sabato 5 Marzo 2022, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 14:30

Presidente Francesco Acquaroli, le Marche sono bellissime: lo diciamo noi, ce lo ricordano spesso anche dall’estero. Ma non siamo ancora in grado di intercettare a pieno un turismo a cinque stelle. Come mai?


«È una rotta che come Regione stiamo cercando di invertire, con la programmazione europea e con la promozione, seguendo anche le indicazioni che scaturiscono dai continui confronti con gli operatori. Noi cercheremo di fare il possibile, ma è necessario che anche le imprese facciano la loro parte aiutandoci a potenziare l’offerta che sappia esaltare ogni territorio e ogni stagione della nostra bellissima regione e che ci consenta di essere maggiormente attrattivi».

 
E qual è l’offerta vincente da promuovere nel post pandemia per far tornare i turisti nella nostra regione?
«Stiamo puntando sulla valorizzazione dei borghi, anche con il progetto di albergo diffuso, per creare e stimolare una ricettività che recuperi finalmente questi luoghi e restituisca loro l’attrattività che meritano».


Più volte nel corso del suo mandato ha parlato di destagionalizzazione del turismo marchigiano: un teorema però che si insegue da anni con scarsi risultati. Fino ad oggi, la formula delle vacanze oltre l’estate ha funzionato relativamente.
«Con la programmazione europea cercheremo anche di favorire il miglioramento, l’efficientamento ed il potenziamento delle strutture ricettive esistenti, con un occhio particolare verso quei settori in grado di prolungare la presenza dei turisti nel territorio.

L’obiettivo è quello di costruire un’offerta che già funziona in altre regioni simili alla nostra».


A cosa si riferisce in particolare?
«Per esempio l’enoturismo, tutti i percorsi legati al benessere e allo sport, ce ne sono molti: settori che vanno potenziati perché contribuiscono a rendere attrattiva la regione anche al di fuori del periodo estivo. Insomma il mercato è cambiato e così anche le richieste di chi sceglie le Marche per periodi più o meno lunghi».


Il mercato è cambiato e sta cambiando ad una velocità impressionante. Qual è adesso l’idea da lanciare, al di là dei percorsi più classici da non perdere comunque per strada?
«Creare un circuito in grado di collegare la parte culturale e storica con il benessere e lo shopping, ma anche con l’arte ed il paesaggio. Vorremo spingere proprio in questa direzione, abbinando anche pacchetti speciali per visitare contemporaneamente più città e più luoghi di interesse. In questo momento occorre mettere in rete tutte le nostre peculiarità per sviluppare una nuova visione del turismo».


Missione possibile o un sogno destinato a restare inevitabilmente nel cassetto?
«Quando l’offerta è attrattiva, quando si creano strutture che portano indotto e rappresentano anche un volano per l’occupazione, il progetto è più che realizzabile».


E quindi si torna al punto di partenza. Per sviluppare un progetto, bisogna crederci. 
«Abbiamo investito sulla promozione e sul rilancio del settore e abbiamo creato Atim, l’agenzia per il turismo e l’internazionalizzazione delle Marche, che sarà operativa nei prossimi mesi e lavorerà a definire strategie di sviluppo per il nostro territorio. Nella programmazione europea cercheremo di fare la nostra parte, destinando risorse per la promozione, il miglioramento dell’offerta turistica, il recupero e l’efficientamento delle strutture e, in generale, il potenziamento di tutto il settore turistico. E siamo certi che al nostro fianco troveremo gli imprenditori”.


Lei ha deciso di tenere la delega del turismo, che si è rivelata tra le più problematiche vista la pandemia da Covid e, adesso, con la guerra. Cosa chiedono gli addetti al settore?
«C’è un confronto continuo, ma ovviamente il periodo non ha aiutato e non aiuta. Il turismo è stato penalizzato dalle restrizioni dovute alla pandemia. Si riparte da qui per centrare l’obiettivo più importante, quello del rilancio».

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