Treni sull’Adriatica, un convoglio merci passerà ogni 8 minuti. Il ministero investe 5 miliardi. Ma ecco qual è il prezzo da pagare per le Marche

Treni sull’Adriatica, un convoglio merci passerà ogni 8 minuti. Il ministero investe 5 miliardi. Ma ecco qual è il prezzo da pagare per le Marche
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Mercoledì 30 Marzo 2022, 02:00 - Ultimo aggiornamento: 14:30

ANCONA - Il rovescio della medaglia. Il Corridoio Adriatico è entrato a far parte, a dicembre delle linee Core Ten-T, cosa che ha spinto il ministero delle Infrastrutture ad investire 5 miliardi di euro nel potenziamento e nella velocizzazione a 200 km/h della ferrovia che corre lungo il versante est. Questo perché la direttrice si prepara a diventare riferimento nazionale per il trasporto merci, comprese quelle che arriveranno ai e dai porti di Taranto e Gioia Tauro. Fin qui, il lato positivo.

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Il potenziamento, tuttavia, porta con sé anche un corollario meno allettante: in una comunicazione inviata la scorsa settimana dal ministero agli uffici regionali, si parla di 176 potenziali treni merci lungo la tratta ogni giorno.

In pratica, uno ogni 8-9 minuti. Un numero impressionante che, peraltro, non tiene conto dei treni passeggeri. Uno scenario non esattamente auspicabile, volendo usare un eufemismo, per i Comuni che si affacciano sulla costa percorsa dai binari. 


Il confronto
Per oggi è previsto un confronto tra i sindaci delle città coinvolte e la Regione, così da cercare potenziali soluzioni condivise e fare fronte comune a Roma. «Sosterremo le richieste dei Comuni – fa sapere l’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli – nella visione complessiva di un progetto infrastrutturale sostenibile che crei sviluppo economico e sia attento al turismo della nostra Regione. Oltre all’implementazione del traffico vi è la necessità di ulteriori accorgimenti per rispondere alle giuste preoccupazioni delle nostre comunità che vivono lungo la costa. Il nostro metodo valorizza il confronto continuo con le categorie economiche e professionali, e con i rappresentanti dei territori». Il Mims ha messo a disposizione 5 miliardi di euro per studiare soluzioni sull’intera tratta da Bologna a Lecce, dove la parte marchigiana rappresenta un’area critica perché territorio fortemente antropizzato. Tra l’altro sono già stati impegnati 2,7 miliardi in progetti per migliorare traffici passeggeri e merci, arrivando a far guadagnare almeno 30 minuti nel tempo di percorrenza, ed aumentando i volumi. Sono interventi finalizzati a sostituire gli apparati esistenti con tecnologie digitali, oltre ad interventi infrastrutturali come, ad esempio, l’ampliamento delle gallerie e l’adeguamento di alcuni tratti per consentire ai treni di viaggiare ad una velocità di 200 km/ora. Il termine previsto per questi lavori è tra il 2023 ed il 2024. Scartata invece, almeno per ora, l’ipotesi Alta velocità, che implicherebbe l’arretramento della ferrovia alla cifra di 50 miliardi. 


L’incremento
Con queste migliorie, il ministero stima una capacità di percorrenza fino a 176 treni merci al giorno, che si traducono in sette convogli l’ora. Un incremento del traffico necessario, dal momento che l’Unione europea richiede almeno il 30% del trasporto merci su ferro entro il 2030 ed il 50% entro il 2050. Tuttavia, il gap rischia di essere recuperato con un contraccolpo troppo impattante per i Comuni costieri. L’aumento delle corse portrebbee portare con sé un inquinamento acustico non indifferente, cosa che potrebbe far tornare sul tavolo anche il tanto temuto progetto delle barriere antirumore che Rfi vorrebbe realizzare lungo i binari dell’Adriatica e contro cui le Marche sono rimaste le uniche a combattere. Tutte tematiche che saranno al centro del confronto, oggi, tra sindaci della costa e Regione. Sarà il secondo incontro, dopo quello di dicembre, durante il quale le amministrazioni avevano espresso le loro istanze sul potenziamento della linea, raccolte in un documento inviato, in tempi record, il 10 gennaio al Mims da Palazzo Raffaello. Per esempio, si era parlato di verificare se, in alcuni tratti del tracciato, fosse possibile realizzare varianti e arretramenti, utilizzando il vecchio sedime presente lungo la costa ai fini della riqualificazione urbana. Altra soluzione proposta, in alcuni tratti, era quella di mantenere e riqualificare la linea esistente potenziando il trasporto locale come metropolitana di superficie ai fini della valorizzazione dei centri storici. In ogni caso, veniva ribadito il netto “no” ad ogni ipotesi di barriera antirumore. Istanze recepite solo in parte dal ministero, che ha spostato l’asticella molto più avanti, parlando in alcuni documenti di 176 convogli giornalieri.


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