ANCONA - Le Marche, regione sì in transizione ma “a metà del guado” secondo il Centro Studi della Cna Marche. Attraverso la lente di una serie di indicatori, gli analisti della Confederazione nazionale dell’artigianato e della Piccola Impresa hanno rivisto la posizione della nostra regione tra il Centro Nord e il Mezzogiorno. Dalla fotografia, le Marche, insieme all’Umbria, risultano per capacità di creare ricchezza agli ultimi posti dell’Italia del Centro Nord e prima regione del Mezzogiorno. Un declino che, evidenziano i dati, si trasforma in picchiata dal crac di Banca Marche in poi. La nostra regione non riesce a scommettere sul proprio futuro come dimostra l’indicatore in percentuale del Pil degli investimenti.
La metafora
Insomma, le Marche sono “a metà del guado”, immagine che racconta una regione audace ma sfiduciata e che circola con il freno tirato.
La specializzazione
Arretramento compensato tuttavia dalla specializzazione produttiva nei settori ad alta tecnologia che riposiziona le Marche “a metà del guado” così come la quota degli addetti nei settori ad alta intensità di conoscenza. «Perché nelle Marche – fa notare Dini - si fa di tutto e pure bene. Dalle produzioni tradizionali a quelle più evolute. Lavoriamo – ricorda - per l’aerospazio, per l’automotive, i settori premium delle automobili, nella ricerca applicata». La “metà del guado” si verifica pure nel mondo del sapere. «Quattro università ma poca capacità di occupare i laureati se, dopo tre anni, i tassi di occupazione sono a metà strada. Manca quell’equilibrio tra le richieste degli imprenditori e la preparazione dei lavoratori».
Anche se la collocazione regionale per i tassi di disoccupazione vede le Marche precedere qualche regione del Centro e del Nord. Nella fotografia dell’economia reale ci sono altri indicatori altalenanti. Le Marche sono terzultime per l’indice di utilizzazione del trasporto ferroviario. Deriva sicuramente dalla configurazione della regione ma siamo anche terzultimi nell’uso dei trasporti pubblici. Esiste un problema di infrastrutture di base, lo si intuisce dal porto, dall’aeroporto, dai centri intermodali.
In sintesi, abbiamo una regione con grandi potenzialità ma che, per colpa di tutta una serie di aspetti, è rallentata e che vanno affrontati». Come siamo “a metà del guado” nell’economia sommersa e illegale. «Anche sotto questo profilo – conclude - con l’Umbria si collochiamo a metà tra le regioni del Centro Nord e del Mezzogiorno».