Avanti, nelle Marche c’è posto: un luglio da 18.200 contratti

Le imprese sarebbero intenzionate ad assumere, ma metà dei profili non si trovano

Avanti, nelle Marche c’è posto: un luglio da 18.200 contratti
Avanti, nelle Marche c’è posto: un luglio da 18.200 contratti
di Lorenzo Sconocchini
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Lunedì 31 Luglio 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 15:59

ANCONA - Anche scollinato il picco stagionale, per solito raggiunto nel mese di giugno, le imprese marchigiane non diminuiscono la loro propensione ad assumere nuovi dipendenti. Con 18.200 contratti di lavoro da attivare in programma nella nostra regione per il mese di luglio, le previsioni delle aziende si mantengono sul livello di giugno, addirittura in lieve crescita (+2%), diversamente dal trend della stagionalità degli anni precedenti, quando luglio registrava una frenata. E addirittura molto favorevole si mostra il confronto su base annua, dato che l’incremento rispetto a luglio 2022 si attesta a +36,7%, ed è confortato anche dalla previsione estesa al trimestre luglio-settembre, con 41.640 i contratti di lavoro previsti e un +26,6% su base annua. 


Previsioni di entrata


Dati che emergono dall’ultima rilevazione mensile del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere ANPAL, che fornisce i dati sulle previsioni di entrata di nuovo personale nelle imprese.

Per le Marche si tratta di aspettative di crescita migliori dalla media del Paese Italia, che fa registrare un +15,9% nella variazione di luglio e +15,4% quella del trimestre). A trainare le previsioni regionali di luglio è decisamente il macrosettore dei servizi (13.200 contratti di lavoro programmati, +47,2% rispetto a luglio 2022), grazie al forte incremento del settore turistico, che contribuisce con 7.310 entrate previste, raddoppiando quelle del luglio 2022. 


In controtendenza 


Nel terziario sono in crescita su base annua anche le previsioni delle entrate pronosticate del commercio (2.160; +38,5%) e, seppure debolmente, quelle dei servizi alle imprese (1.960; +1,0%). L’unico settore in controtendenza è quello dei servizi alle persone (1.770; -3,3%). Anche l’industria - segnala il report diffuso da Camera di Commercio Marche - fa rilevare previsioni favorevoli con 5.000 entrate programmate in crescita di +15,2%, per la forte spinta delle costruzioni (1.410; +53,3%) e il più contenuto contributo delle industrie manifatturiere e public utilities (3.600 entrate programmate; +5,3%). Tutte le province marchigiane nel mese di luglio fanno rilevare previsioni di entrate di personale in netta crescita rispetto al luglio 2022: quella di Ancona, con 5.620 contratti in programma di attivare, ha un peso preponderante, ma la performance migliore rispetto a un anno fa la fa segnare Ascoli Piceno (3.040 contratti, +58,3%). Ma quali sono i profili lavorativi più richiesti in regione? A luglio cresce ancora la richiesta di esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, che con 6.710 opportunità rappresentano oltre un terzo delle entrate complessivamente previste a luglio. Molto meno consistenti sono le previsioni di altre due figure sul podio delle professioni maggiormente richieste in regione: gli addetti alle vendite (1.490) e il personale non qualificato nei servizi di pulizia (1.110).


Pochi candidati


Ma spesso le esigenze delle imprese intenzionate ad assumere non trovano riscontro sul mercato. La difficoltà di reperimento delle professionalità necessarie continua a mantenersi su livelli elevati: per quasi un contratto di lavoro da attivare su due (49,7%, a fronte del 40,7% rilevato a luglio 2022) in media le imprese mettono in conto questa difficoltà, che affligge le Marche più di quanto mediamente avvenga in Italia (47,9%). Motivi? Prevalentemente la mancanza di candidati (32,9% per le Marche), molto più della preparazione inadeguata degli stessi (11,4%). Tra i profili professionali con le difficoltà di reperimento più elevate, si nota una forte presenza di gruppi appartenenti agli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine, che coprono otto posizioni nella top ten delle figure più difficili da arruolare e incidono per il 90,5% delle relative entrate previste. A occupare il primo posto, in questa scomoda graduatoria, sono gli operai specializzati del tessile e abbigliamento, con 180 entrate previste, l’81,9% ostacolate da difficoltà di reperimento.

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