L'edilizia in rivolta: «Rincari e crediti bloccati, siamo con le spalle al muro. Pronti a bloccare i cantieri»

L'edilizia in rivolta: «Rincari e crediti bloccati, siamo con le spalle al muro. Pronti a bloccare i cantieri»
L'edilizia in rivolta: «Rincari e crediti bloccati, siamo con le spalle al muro. Pronti a bloccare i cantieri»
di Massimiliano Viti
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Giovedì 10 Febbraio 2022, 03:00

ANCONA - L’edilizia marchigiana è arrivata ad un punto di non ritorno e gli imprenditori ci vanno pesante: «Siamo pronti a sospendere tutti i cantieri». Sono molteplici le motivazioni che hanno spinto Stefano Violoni, presidente di Ance Marche, a prendere una posizione drastica che non rispecchia il suo carattere mite e conciliante. Da lunedì sono entrate in vigore le modifiche ai meccanismi per le cessioni del credito, che potranno essere trasferite una sola volta.

Una norma che mette a rischio i lavori in essere e quelli futuri. E improvvisamente l’edilizia, a cui era stato affidato il compito di settore trainante di tutta l’economia italiana, è costretto a fermarsi bruscamente.

I nodi da sciogliere 

«Siamo passati dal parlare di rilancio dell’edilizia, a una situazione che porterà il mondo delle costruzioni, per lo meno quello rappresentato dalle aziende sane, certificate e referenziate, in un immobilismo totale» conferma l’imprenditore edile di Altidona, che prosegue: «Viviamo in una regione dove si sommano gli interventi sisma 2016, dissesto idrogeologico, bonifiche, interventi straordinari del Pnrr e i bonus fiscali. Un’enorme quantità di opere in ambito pubblico e privato». Solo per la ricostruzione post sisma si stima, nelle Marche, un valore complessivo dei lavori di 17,4 miliardi di euro, impegnando 2.659 imprese capofila, di cui la metà marchigiane.

Le difficoltà attuali

Ma dalla esigua proroga del Superbonus fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento sulla cessione del credito, deciso per evitare truffe e frodi, «siamo stati messi nelle condizioni di non poter rispettare i contratti privatistici in essere e di non poterne sottoscrivere altri, perché le banche sono già piene di crediti fiscali», evidenzia lo stesso Violoni, che mette sul banco anche la questione del rincaro dei prezzi delle materie prime. «Su tutti gli asset pesano negativamente le conseguenze dei rincari esponenziali ed irrefrenabili di materiali ed energia, che oramai hanno raggiunto livelli intollerabili.

I prezzari applicati (sisma e regionale) non riescono a stare al passo con il mercato». Per il presidente Ance è inutile il meccanismo della revisione prezzi introdotto dal governo che, nella migliore delle ipotesi, «ha riconosciuto alle imprese ristori pari al 35% degli aumenti rilevati, per altro, liquidati solo qualora ve ne fosse la disponibilità economica e dopo almeno un anno dall’effettiva spesa». Un giro di vite dopo l’altro e il settore che pensava di raggiungere le stelle si ritrova a vedere le stalle. 

Effetto domino

Ci sono già gare di appalti andate deserte, con l’Ance che rimarca la concorrenza sleale a causa della decontribuzione Sud a favore solo di alcune imprese. Una situazione insostenibile che ha portato gli imprenditori edili all’esasperazione tanto da ipotizzare l’abbandono dei cantieri e la rinuncia ad altri nuovi. «Stiamo pensando di sospendere tutte le nostre attività - conferma il presidente di Ance Marche -. Come imprenditori condividiamo la volontà di contrastare le frodi, ma le misure introdotte fino ad oggi si sono dimostrate evidentemente inefficaci e sono riuscite solo a paralizzare l’intero sistema. Servono norme chiare. Solo in questo modo si possono evitare speculazioni e il proliferare di operatori improvvisati. Il continuo cambio delle regole finisce per penalizzare chi le rispetta, mettendo a rischio migliaia di famiglie, generando contenziosi e problemi di liquidità. Con molta franchezza – conclude il presidente degli edili marchigiani – crediamo che se questo sarà il terreno dove dovremmo competere, allora saremo costretti a metterci seduti in platea e goderci lo spettacolo di The Truman Show».

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