Pesaro, la bolla Superbonus vicina a scoppiare: a rischio almeno 300 cantieri. «Pioveranno vertenze»

Pesaro, la bolla Superbonus vicina a scoppiare: a rischio almeno 300 cantieri. «Pioveranno vertenze»
Pesaro, la bolla Superbonus vicina a scoppiare: a rischio almeno 300 cantieri. «Pioveranno vertenze»
di Luigi Benelli
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Sabato 13 Gennaio 2024, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 15:08

PESARO - Superbonus, la bolla è pronta ad esplodere lasciando dietro di se possibili cantieri a metà, vertenze e contenziosi. Ma anche tante contraddizioni. L’ultima finanziaria ha stabilito che la percentuale di detrazione scenderà al 70 per cento, non più al 110%. Con crediti incagliati e fasce Isee da rispettare per accede ai bonus, si torna all’anno zero delle costruzioni. Un provvedimento, quello del Superbonus che si stima abbia generato oltre 2000 cantieri in provincia e un affare da milioni e milioni di euro. In provincia di Pesaro ci sarebbero circa 300 cantieri a rischio. E con loro aziende e lavoratori.

La deregulation

Rodolfo Brandi, presidente provinciale Ance (Associazione costruttori edili), analizza il momento storico per l’edilizia. «Sono stato sempre critico sul Superbonus, rappresentava un grosso rischio sin dall’inizio.

Sono nate decine di imprese di scopo, senza nessuna limitazione o controlli. E da parte del Governo non c’erano limiti di spesa, quindi tutti hanno potuto accedervi. Così abbiamo assistito a truffe e all’aumento dei costi delle materie prime che hanno seguito la legge della domanda e dell’offerta. Basti pensare che le impalcature sono passate da 7 euro al mq a 24 e una ristrutturazione che pre-superbonus costava 1300 euro al mq è arrivata a 2200 al mq mettendo in difficoltà tutto il mercato immobiliare». Ance, Cna, sindacati chiedevano una proroga che possa evitare la perdita improvvisa di tantissimi posti di lavoro. I rischi ci sono anche a Pesaro Urbino.

Aria di contenziosi

«Quelle che possono chiudere sono quelle nate ad hoc per rispondere al Superbonus, poco strutturate e senza liquidità. Anche se siamo in un momento in cui l’edilizia però ha un forte bisogno di personale e manodopera». E’ «concreto il rischio di cantieri lasciati a metà, tanto che nasceranno contenziosi tra proprietari, condomini, ditte che non hanno disponibilità economiche e non ricevono soldi per poter continuare i lavori». I cantieri del Pnrr dovrebbero assorbire i licenziamenti e le chiusure ma anche in questo caso «servono progettisti nei Comuni, soprattutto in quelli più piccoli, per attrarre fondi e rispettare le scadenze. Visti i tempi stretti che ci impone l’Europa, temiamo di incontrare difficoltà nella partenza dei cantieri».

Una fase delicatissima

Anche per Marco Rossi, segretario Cna Edilizia, il momento è delicatissimo. «Parliamo di un comparto che è il motore dell’economia, considerando il settore immobiliare e manutenzione rappresenta il 25% della nostra economia. Con la fine del 110% il problema più importante si avrà per quei avori che non si riescono a concludere. Questi lasceranno disagi fortissimi a cittadini e imprese tanto che nasceranno contenziosi. Quelli che andranno avanti dovranno fare i conti con una detrazione al 70% e questo significa che proprietari di appartamenti e condomini dovranno tirar fuori i soldi dalle tasche. Alcuni potranno sostenere l’esborso, altri no con il rischio contenziosi da parte delle aziende». Insomma uno scenario che può «portare al caos nelle imprese e nei cittadini. Di fatto si va a privatizzare un danno creato dallo stato che ha cambiato le norme e creato incertezza».

Il rischio contrazione

Con la prospettiva di licenziamenti e cassa integrazione in un orizzonte già vicino. «Ho già sentito di questi casi, purtroppo rischiano di aumentare. Le imprese piccole artigiane hanno difficile accesso ai cantieri del Pnrr, i prezzi sono troppo elevati e i privati non hanno risorse fare lavori. I bonus che ci sono non bastano, dunque temiamo che le imprese nate per rispondere al Superbonus possano chiudere e generare una forte contrazione di mercato».

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