La mannaia cala sul Superbonus: 2mila imprese delle Marche rischiano di fallire

La mannaia cala sul Superbonus: 2mila imprese delle Marche rischiano di fallire
La mannaia cala sul Superbonus: 2mila imprese delle Marche rischiano di fallire
di Martina Marinangeli
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Sabato 18 Febbraio 2023, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 20:30

ANCONA - La mannaia è caduta sul Superbonus 110%. Finisce l’era della cessione dei crediti fiscali da parte delle banche e degli sconti in fattura - resterà solo la detrazione nella dichiarazione dei redditi - per la riqualificazione degli edifici e il comparto dell’edilizia va in tilt.

La decisione di far scorrere i titoli di coda sulla misura introdotta nel maggio 2020 dal Governo Conte II è stata presa nella serata di giovedì dall’Esecutivo Meloni e le principali associazioni di categoria che rappresentano il settore sono scese subito sul piede di guerra, parlando di «un colpo di spugna che in poche ore ha deciso il destino di migliaia di cittadini, esponendo le imprese al rischio fallimento». 

La decisione

A spingere Palazzo Chigi a prendere questa decisione drastica, messa nero su bianco nel decreto legge n. 11, sono state le conseguenze che il bonus avrebbe sul debito, ma il blocco della possibilità di cedere i crediti - anche a Regioni ed enti locali - ha gettato nello sconforto le imprese edili.

E, guardando ai numeri del Superbonus, è facile capire il perché. Nelle Marche, i crediti bloccati superano il miliardo di euro, con oltre 2mila imprese coinvolte per le quali ora si profila lo spettro del crac. Sono inoltre 3mila i cantieri fermi, che a questo punto non partiranno più, con oltre 10mila cittadini marchigiani proprietari di immobili gettati nel caos.

«Una decisione inspiegabile - tuonano Paolo Silenzi e Moreno Bordoni, presidente e segretario di Cna Marche - se si pensa che solo nella nostra regione i lavori finanziati dal Superbonus hanno generato un valore economico pari al 7,5% del Pil e creato 6mila posti di lavoro. Inoltre le imprese delle costruzioni, nel 2022, hanno avuto un aumento dei ricavi del 25,8% e anche una crescita degli investimenti di quasi il 30%». Secondo il Centro Studi Cna Marche, che ha elaborato i dati della piattaforma Enea, alla fine di gennaio nella nostra regione erano state presentate 9,291 pratiche di ammissione al Superbonus per un totale di 1 miliardo e 724 milioni di euro di investimenti ammessi a detrazione, con una percentuale di interventi conclusi del 75,3%. Ogni mese, mediamente, sono stati presentati 500 nuovi progetti, con un picco di 1.483 progetti a settembre 2022. Ma a gennaio, a causa dell’incertezza normativa, il numero dei progetti presentati era già sceso a 385. Prima del colpo di spugna deciso con il Dl 11, infatti, la misura era già stata ritoccata lo scorso mese, con il passaggio della percentuale dello sconto dal 110 al 90%. Ora, il colpo di grazia. «Così, sono quasi 7mila i lavoratori a rischio nelle Marche», rimarcano in una nota congiunta le segreterie regionali di Ance, Confindustria, Cna, Confartigianato, Confapi, Legacoop e Claai, che annunciano la mobilitazione della categoria e l’indizione degli Stati generali delle Costruzioni, coinvolgendo la Regione ed i parlamentari eletti nelle Marche. 

La bordata

E puntano il dito contro «decisioni prese senza comprendere realmente l’ecatombe che genereranno per l’intera filiera dell’edilizia e, soprattutto, sottovalutando totalmente le ripercussioni sociali. Tutto in nome di un impatto sul debito pubblico ancora prima di averne reale contezza, dato che l’Istat non si è ancora espresso riguardo la classificazione dei crediti fiscali». Un bagno di sangue. Per i rappresentanti marchigiani del comparto «con il Dl pubblicato a tarda notte, arriva un “sentito riconoscimento” da parte del Governo al settore delle costruzioni che, sfruttando il suo elevato effetto moltiplicatore – 1 euro investito nelle costruzioni ne produce 3,5 nell’economia e attiva circa 16mila posti di lavoro – ha largamente riprovato il ruolo strategico rivestito per traghettare il paese fuori dalla crisi economica innescata dalla pandemia». Il braccio di ferro è appena iniziato.

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