ANCONA - Sarebbe riduttivo per descrivere quello che è volato nella chat dell’assemblea del Pd di Pesaro Urbino pochi secondi dopo la comunicazione delle candidature alle Politiche. A dare fuoco alle polveri ci ha pensato Alessia Morani che, ironica, sottolinea come il «capolavoro» di tagliarla fuori dai posti eleggibili «sia stato compiuto grazie al lavoro instancabile del sindaco di Pesaro Matteo Ricci, che si è battuto strenuamente e ha ottenuto che entrasse in lista al mio posto Augusto Curti. Nel pomeriggio, con un accordo con Verducci, si era liberato il posto per me. Ricci ha chiesto ed ottenuto che entrasse Curti».
Lo scambio di chat al veleno
Quattro minuti dopo, alle 00:06, arriva la risposta del diretto interessato: «Inizi male la campagna elettorale - la prima bacchettata -.
La trappola
Ma Ricci ribatte ancora: «Ma l’hai sentita la lista? Pesaro tu e Ancona Mastrovincenzo. E se ho capito bene, anche terza alla Camera». Come a dire: cosa vuoi di più? In realtà, sanno tutti molto bene che quei due posti erano tutt’altro che ambiti. Una trappola ben riuscita, perché Morani avrà difficoltà a far capire per quale ragione non intenda correre all’uninominale di Pesaro, considerato più o meno contendibile dai sondaggi. Ma contro il panzer Mirco Carloni serve un’altra macchina macina voti uguale e contraria.
Il resto della schermaglia in chat è tutto un rimpallo di responsabilità tra i due, infarcito da reciproche accuse di vittimismo. Una lotta senza quartiere mascherata all’esterno con parole di finta diplomazia, come quelle che Ricci affida a Facebook: «Ho letto la dichiarazione di rinuncia di Alessia Morani. Spero ci ripensi e sia protagonista della partita. Anche perché nella nostra provincia dobbiamo vincere e io sarò in prima linea come sempre a sostegno dei candidati». Un eloquio, quello di entrambi i protagonisti, ben lontano dalle colorite espressioni utilizzato nel “privato” delle chat.