Pierluigi Bocchini (Confindustria): «Logiche speculative influenzano i prezzi»

Pierluigi Bocchini (Confindustria): «Logiche speculative influenzano i prezzi»
Pierluigi Bocchini (Confindustria): «Logiche speculative influenzano i prezzi»
di Veronique Angeletti
4 Minuti di Lettura
Giovedì 18 Gennaio 2024, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15:16

Pierluigi Bocchini, presidente Confindustria Ancona, la preoccupa il rialzo dei prezzi dei carburanti?

«Essendo particolarmente sensibili alla legge della domanda e dell’offerta, direi che siamo abituati alla fluttuazione abbastanza pronunciata dei loro prezzi. Soprattutto in questo periodo. Stiamo uscendo dalle feste natalizie dove, è noto, si consuma tradizionalmente molta energia. Ma dobbiamo preoccuparci per altro».

Ovvero?

«Dobbiamo interessarci alla delicata situazione che si sta verificando nel Mar Rosso, considerando che una parte del petrolio grezzo che arriva nel nostro Paese per la raffinazione passa per il Canale di Suez e, prima ancora, davanti alle coste dello Yemen che le navi stanno cercando di evitare».

L’effetto domino della crisi internazionale.

«Gli attacchi degli Houthi, il gruppo ribelle yemenita, alle portacontainer e alle petroliere stanno complicando i trasporti, imponendo cambi di rotte che fanno registrare dei ritardi nelle consegne.

Ritardi che potrebbero avere effetti a breve termine sul prezzo della benzina nei distributori».

Finora niente aumenti delle bollette e dei costi per le imprese? «Al momento non ci sono segnali di importanti aumenti né degli idrocarburi per i trasporti, l’autotrazione, né per il gas a servizio di aziende che ne fanno uso di tipo industriale come le cartiere e la lavorazione del vetro. Ma questo non significa che non ci saranno. Purtroppo, brutte esperienze, anche molto recenti, ci hanno insegnato che esistono delle logiche speculative».

Di quale tipo?

«Ci sono delle aspettative verso il rialzo che vanno ad influenzare i prezzi. Lo si vede ad esempio nelle quotazioni del barile: il prezzo non varia nei mercati internazionali, ma il consumatore finale vede innalzarsi il prezzo alla pompa di benzina a causa di un effetto domino. Quindi è fondamentale che il Governo sia molto attento al tipo di dinamiche che questi eventi geopolitici potranno avere su tutti i tipi di carburanti».

Corriamo sempre al riparo, ma non sarebbe più logico studiare un piano energetico nazionale magari a geometria variabile? «È oggettivo che il nostro Paese viva una crisi strutturale di approvvigionamento energetico. Una crisi che si sta verificando proprio nel momento in cui l’Italia è stata chiamata non tanto a passare dalle fonti energetiche tradizionali alle fonti alternative, ma a cambiare fornitore di gas e a doversi attrezzare per utilizzare il gas liquido».

Come?

«Il gas andrebbe distribuito in una rete tuttora inesistente perché non abbiamo – ed è importante ricordarlo - rigassificatori. Un tavolo oggettivamente servirebbe, ma va detto che non siamo un Paese con risorse energetiche proprie. Abbiamo fatto una scelta folle dicendo no al nucleare e adesso ne stiamo pagando le conseguenze. Ci rivolgiamo verso l'energia alternativa, verso il sole, il vento ma, in generale, è prodotta da fonti tutt'altro che economiche e sono ancora molto dipendenti da fattori esogeni. Per non parlare di tutte le difficoltà e le resistenze all’installazione di impianti eolici, addirittura per impianti agri fotovoltaici su campi non coltivati».

Qual è la sua ricetta?

«Intanto, andrei a mettere a sistema le comunità energetiche che uniscono produttori e consumatori. Inoltre - e so che la mia proposta è provocatori - obbligherei tutti i capannoni industriali occupati e non occupati a rifare il loro tetto e a mettere pannelli solari. Perché prima di consumare il suolo nuovo forse vale la pena di andare a consumare quello che già c'è».

Cos’altro?

«La prima cosa da fare, in modo direi quasi coercitivo, è utilizzare i fondi del Pnrr per fare sì che tutti i fabbricati industriali abbiano il tetto con pannelli fotovoltaici». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA