Caro gasolio e stop ai pescherecci: «Andiamo avanti a oltranza». E si uniscono anche vongolare e piccola pesca

Caro gasolio e stop ai pescherecci: «Andiamo avanti a oltranza». E uniscono anche vongolare e piccola pesca
Caro gasolio e stop ai pescherecci: «Andiamo avanti a oltranza». E uniscono anche vongolare e piccola pesca
di Emidio Lattanzi
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Domenica 29 Maggio 2022, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 08:31

ANCONA - Si va avanti ad oltranza. E con più adesioni di prima. Lo sciopero della pesca iniziato lunedì continua e anche questa notte le barche resteranno attraccate ai moli. E non soltanto quelle dello strascico che hanno paralizzato l’attività negli ultimi sette giorni, ma anche vongolare e barche della piccola pesca. I rappresentanti delle due categorie, nel corso degli incontri che si sono tenuti un po’ in tutti i distretti portuali dell’Adriatico e del Tirreno, hanno deciso di unirsi alla protesta anche perché le ripercussioni del cosiddetto “caro gasolio” iniziano a creare problemi anche negli altri settori della pesca. 

Le adesioni

Da qui l’adesione ad una protesta che, come ribadisce il civitanovese Francesco Caldaroni, prima anima di questo fermo nazionale delle marinerie, «andrà avanti finché da Roma non arriveranno notizie».

Perché dalla Capitale, per il momento, di notizie non ne arrivano. Così, quando ieri mattina le varie marineria regionali si sono riunite per decidere se e come andare avanti, non è stato necessario molto tempo per scegliere di proseguire con lo stop. Una protesta alla quale si sono uniti anche numerosi porti di Sicilia e Sardegna, fino a ieri considerati “scollegati” dal resto delle marinerie italiane. «Hanno deciso di fermarsi anche vongolare e barche della piccola pesca - spiega Caldaroni nella sua veste di presidente dell’associazione Marinerie d’Italia e d’Europa - e continueremo su questa strada finché le cose non cambieranno». Va detto che durante gli incontri andati in scena a Roma si è parlato del fondo di 20 milioni di aiuti per le categoria, sbloccati venerdì con un decreto ministeriale. «L’accesso a quel fondo però - spiega Giuseppe Pallesca, presidente dei pescatori di San Benedetto del Tronto - è riservato solo a quelle imprese di pesca che sono completamente in regola con tutti i pagamenti. Cosa che, come è facile immaginare in questo particolare momento storico, taglia fuori la stragrande maggior parte delle barche. Per paradosso, potranno usufruire di quei sostegni soltanto le aziende che hanno le spalle più larghe e sono economicamente messe meglio delle altre».

Le marinerie

Anche l’associazione Produttori pesca di Ancona fa sapere che «tutta la marineria dorica non uscirà in mare nemmeno la prossima settimana, per chiedere al Governo di velocizzare il più possibile gli interventi previsti per il settore ittico italiano, ma che appaiono ancora lontani». In questo marasma, uno spiraglio di luce arriva dalla Regione che ha annunciato l’arrivo di aiuti alle imprese di pesca - 500mila euro tramite bando -, diramando delle linea guida per l’accesso a fondi che variano in base alle stazze dei natanti e che, a livello massimo, possono arrivare a superare i tremila euro partendo da un minimo di circa 500. Possono accedere al sostegno, un contributo una tantum, gli armatori di imbarcazioni da pesca che esercitano attività di impresa in possesso di regolare licenza di pesca professionale con sistema principale a strascico o volante.

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