ANCONA - Si va avanti ad oltranza. E con più adesioni di prima. Lo sciopero della pesca iniziato lunedì continua e anche questa notte le barche resteranno attraccate ai moli. E non soltanto quelle dello strascico che hanno paralizzato l’attività negli ultimi sette giorni, ma anche vongolare e barche della piccola pesca. I rappresentanti delle due categorie, nel corso degli incontri che si sono tenuti un po’ in tutti i distretti portuali dell’Adriatico e del Tirreno, hanno deciso di unirsi alla protesta anche perché le ripercussioni del cosiddetto “caro gasolio” iniziano a creare problemi anche negli altri settori della pesca.
Le adesioni
Da qui l’adesione ad una protesta che, come ribadisce il civitanovese Francesco Caldaroni, prima anima di questo fermo nazionale delle marinerie, «andrà avanti finché da Roma non arriveranno notizie».
Le marinerie
Anche l’associazione Produttori pesca di Ancona fa sapere che «tutta la marineria dorica non uscirà in mare nemmeno la prossima settimana, per chiedere al Governo di velocizzare il più possibile gli interventi previsti per il settore ittico italiano, ma che appaiono ancora lontani». In questo marasma, uno spiraglio di luce arriva dalla Regione che ha annunciato l’arrivo di aiuti alle imprese di pesca - 500mila euro tramite bando -, diramando delle linea guida per l’accesso a fondi che variano in base alle stazze dei natanti e che, a livello massimo, possono arrivare a superare i tremila euro partendo da un minimo di circa 500. Possono accedere al sostegno, un contributo una tantum, gli armatori di imbarcazioni da pesca che esercitano attività di impresa in possesso di regolare licenza di pesca professionale con sistema principale a strascico o volante.