CIVITANOVA - È stata la prima categoria a sollevare la questione del caro gasolio. Ora che il problema dei costi dell’energia ha investito famiglie ed imprese, la marineria rimane in prima linea in questa battaglia ma con gli armatori sempre più vicini a scelte drastiche. A Civitanova gli scafi sono tornati in mare lunedì scorso dopo il periodo di fermo pesca. Ma tutti i problemi sono ancora sul tavolo.
A confermarlo è Francesco Caldaroni, assessore alla pesca e rappresentante delle Marinerie d’Italia. «I costi sono da tempo insostenibili.
«Deve essere chiaro che la guerra su questa escalation non c’entra. I prezzi sono aumentati prima. È in atto una speculazione senza precedenti. Il prezzo del gas fissato in Olanda non rispecchia i costi reali del petrolio e del gas. Funziona come in ogni borsa. Ed ecco che le multinazionali dell’energia guadagnano l’impossibile sulla pelle dei lavoratori». Caldaroni chiede con forza la tassazione degli extraprofitti.
«La proporzione è questa: su un utile di 60, ritorna solo 1 al consumatore. Non è più una cosa sostenibile». La marineria civitanovese ha preso parte alla manifestazione di Roma del 10 settembre scorso, insieme a balneari tassisti ed altre partite Iva. «Da Civitanova siamo partiti tre pullman – dice l’assessore – noi pescatori ne abbiamo organizzato uno, un altro i balneari e il terzo altre categorie. Ma è stata data un immagine sbagliata della manifestazione, descritta dai media nazionali come corteo di no vax, di estrema destra, di Forza Nuova. Non è affatto vero. In piazza c’erano partite Iva che stanno affrontando e pagando la crisi. Gente comune. Invece è stata strumentalizzata la presenza di un solo esponente di Forza Nuova. Abbiamo consegnato un documento ufficiale per il nuovo governo. Ma serve subito un tetto al prezzo del gas».