La sfida per il sindaco di Ancona, l'ex ministro Maurizio Lupi: «Importante il filo diretto con Roma»

Il presidente di Noi con l’Italia: "C'è la possibilità di dare la guida al centrodestra e indicare una nuova strada per il capoluogo!

La sfida per il sindaco di Ancona, l'ex ministro Maurizio Lupi: «Importante il filo diretto con Roma»
La sfida per il sindaco di Ancona, l'ex ministro Maurizio Lupi: «Importante il filo diretto con Roma»
di Andrea Maccarone
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Venerdì 12 Maggio 2023, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 16:25

Onorevole Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia ed ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, quest’anno sono esattamente 30 anni di governo di centrosinistra ad Ancona. È arrivata l’occasione di espugnare la roccaforte? 
«Ma qui non si tratta di espugnare Ancona. Più che altro testimoniare, come accaduto per la Regione, che è possibile veramente un cambiamento partendo dalle questioni che riguardano la città». 

 
Che significato ha, dal suo punto di vista, questa tornata elettorale? 
«Trent’anni di incapacità di governare la città ha prodotto un blocco delle potenzialità che potevano esprimersi diversamente. Quindi ora c’è la possibilità di dare la guida al centrodestra: un segnale per la gestione di un presente che possa far tornare Ancona tra le città trainanti delle Marche». 
Un’occasione concreta? O solo il frutto di un vento che soffia forte da centrodestra? 
«Il vento se le persone sono abili e capaci ad interpretarlo. Il presidente della Regione Marche, ad esempio, ha saputo indicare una strada. Quindi non basta che una proposta abbia consenso, ma servono ideali e valori che vengano tradotti con serietà dagli uomini». 
Filiera istituzionale Governo-Regione-Comune: in che modo può manifestarsi in un valore aggiunto per Ancona?
«Un sindaco da suolo può rappresentare le istanze del suo territorio, ma senza interlocuzioni dei governi sopra di lui rischia di essere un uomo che grida nel deserto. La filiera crea una sintonia di visione che genera risposte concrete». 
La vita di Ancona è strettamente connessa a quella del suo porto. Quali azioni per valorizzare lo scalo dorico? 
«Sono necessarie le infrastrutture. Resto colpito negativamente dal fatto che da ministro avevo finanziato la bretella porto-autostrade, e siamo ancora qui a parlarne». 
Il progetto della penisola per i traghetti quali vantaggi porterà al porto e alla città? 
«Quello che ho sempre detto e teorizzato: le infrastrutture non vanno solo dove c’è una domanda, ma la creano, la moltiplicano e la accelerano. Porta funzioni di eccellenza». 
Ma il governo nazionale è seriamente intenzionato a finanziarla? 
«Il governo centrale ne sta parlando con il presidente Acquaroli e su questo, la conquista di Ancona da un punto di vista politico, che la strada perseguita dal presidente della Regione e dal centrodestra sia quella giusta». 
Che cosa manca per far diventare il porto di Ancona ancora più centrale nel medio Adriatico? 
«Intanto sentirsi sempre più parte integrante di un progetto di sviluppo. Il porto non deve essere considerato come una struttura a sé stante, ma occorre avere uno sguardo ampio sull’intermodalità logistica. Porto, aeroporto e autostrade vanno considerate come un unicum, ma dove ognuno svolge la sua funzione». 
Dunque c’è un’attenzione speciale da parte del governo nazionale verso il capoluogo delle Marche? 
«Lo dimostrano i tanti ministri che in questi giorni sono arrivati in città, compresa la presidente del Consiglio. Ancona ha un’opportunità che vale la pena cogliere». 
E Daniele Silvetti è il candidato giusto per coglierla? 
«La sua esperienza politico-amministrativa ha dimostrato che è una figura pronta a dare risposte immediate. Conosce la macchina comunale e, se venisse eletto, sarebbe in grado di agire il giorno dopo». 
 

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