Agricoltura sociale nelle Marche: dall'orto in carcere ai campi che curano gli anziani

Agricoltura sociale nelle Marche: dall'orto in carcere ai campi che curano gli anziani
Agricoltura sociale nelle Marche: dall'orto in carcere ai campi che curano gli anziani
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 19 Settembre 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 12:28

ANCONA - L’orto nel recinto del carcere da far coltivare ai detenuti e l’agricoltura bio per giovani autistici, il museo virtuale dei frutti antichi adatto anche allo scolaresche e le iniziative per inserire nelle aziende agricole anziani affetti da patologie che, con le attività al contatto con la natura, possono migliorare. Esempi così virtuosi di agricoltura sociale, quelli sperimentati da tempo nelle Marche, che vengono insegnati anche all’estero. 

Il primato

La nostra regione è all’avanguardia nel welfare e servizi di prossimità che possono erogare direttamente le aziende agricole. Un primato che sta nei numeri. Le 73 le aziende agricole che operano nel sociale iscritte all’apposito albo regionale, più che raddoppiate rispetto al 2019, ci portano a essere la regione che conta più realtà. Non è un caso che l’esempio marchigiano abbia ispirato la legge nazionale che disciplina il settore. 
Tutti temi che sono stati illustrati a una platea internazionale nel corso per la 13esima conferenza interdisciplinare Aging & Social Change, dedicata all’invecchiamento e ai cambiamenti sociali, organizzata nei giorni scorsi a Villarey dall’Università Politecnica delle Marche, alla quale ha partecipato anche la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni. «L’agricoltura sociale – ha detto la presidente Gardoni - rappresenta uno strumento utile per rispondere alle nuove sfide e ai bisogni espressi.

Dopo la grande crisi del 2008 che ha portato a tagli sul welfare e dopo la crisi Covid che ha portato a ripensare tutta l’economia da globale a locale, l’agricoltura sociale consente di mettere a disposizione servizi in zone rurali o nelle periferie urbane».


Gli esempi


Sono stati presentati diversi esempi di agricoltura sociale come l’orto in carcere a Barcaglione, forme di inserimento lavorativo per soggetti con disagio cognitivo, psichico, disabilità e alcuni progetti ai quali Coldiretti partecipa come partner. Come, ad esempio, la collaborazione tra Coldiretti Marche e l’azienda agricola Vallesina Bio di Monsano con Regione Marche, Univpm, Area Vasta 2, Angsa e Coos Marche dedicata all’autismo, con l’inserimento in attività in campagna di soggetti in difficoltà per dar loro un’occasione di lavoro e di indipendenza. Parla ai giovani disabili, invece, il progetto dell’E-Museo dei frutti antichi con l’azienda maceratese Sigi, Coldiretti, Regione, Unimc, Il Faro sociale e Anffas Macerata insieme con l’intenzione di creare, attraverso inserimenti lavorativi, un museo virtuale dei frutti antichi adatto anche allo scolaresche. Si occupando di terza età invece il progetto che vede la partecipazione di Inrca, Univpm e Centro Internazionale Montessori. Nelle aziende agricole La Castelletta (Cupra Marittima), Fiorenire (Castignano) e Bagalini (Fermo) saranno inseriti anziani con patologie complesse, per riscontrare e valutare eventuali miglioramenti derivanti dalle attività proposte.

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