Il sindaco Daniele Silvetti: «Il futuro è la Grande Ancona, da Falconara a tutto il Conero»

Il sindaco Daniele Silvetti: ««Il futuro è la Grande Ancona, da Falconara a tutto il Conero»
Il sindaco Daniele Silvetti: ««Il futuro è la Grande Ancona, da Falconara a tutto il Conero»
di Martina Marinangeli
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Domenica 24 Settembre 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 08:08

Daniele Silvetti, sindaco di Ancona: nel versante est dell’Italia, tra Bologna e Bari, c’è un vuoto cosmico a livello di conglomerati urbani. Nessuna Città metropolitana per chilometri. Ancona può ambire a questo status?
«Nella nostra idea di Grande Ancona c’è proprio questo: un’aspirazione che però non deve partire con una logica egemonica. Ancona ha bisogno del territorio come il territorio ha bisogno di Ancona. Il discorso della Città metropolitana è nel cuore pulsante della nostra visione di sviluppo. Dobbiamo però capire se guardare a sud, a nord, o in entrambe le direzioni».


Cosa intende?

«Un conto è immaginare una Città metropolitana che si apra alla Riviera del Conero, un altro è guardare in continuità con le infrastrutture a nord. Quindi a Falconara».
Quale delle due ipotesi sarebbe più semplice da percorrere?
«L’ideale sarebbe raggiungere un bacino superiore ai 150mila abitanti che comprenda Falconara, Ancona, Sirolo, Numana e Camerano. È questa la perimetrazione della Grande Ancona».
Progetto ambizioso: anche concretamente fattibile?
«Una città di questo tipo diventerebbe la Capitale del Conero. Tutti beneficerebbero dei vantaggi che conseguono ad un’operazione del genere: dai maggiori trasferimenti di risorse dallo Stato all’ottimizzazione dei servizi, fino alla maggior attrattività. I risvolti positivi ricadrebbero su tutta questa grande città metropolitana che si verrebbe a creare. È una visione ampia: dobbiamo avere coraggio in queste scelte. Ovviamente ci sono diverse componenti da tenere in considerazione».
Ovvero?
«Nulla deve pregiudicare, in termini di preservazione, quello che è il dato culturale dei singoli comuni. Deve essere una concertazione fatta con i territori e con il benestare delle popolazioni e degli imprenditori dei territori coinvolti. Guardiamo con grande attenzione all’esperienza di Pescara (che dal 2027 si fonderà con i comuni di Montesilvano e Spoltore, ndr): è quella la strada da percorrere».
Il primo passo potrebbe essere quello di mettere a sistema i servizi.
«C’è una particolare attenzione nel condividere una serie di servizi che ci permetta di contenere i costi. Con Falconara, per esempio, di recente abbiamo parlato degli scolmatori da far gestire in toto a VivaServizi. E poi, la metropolitana di superficie che vogliamo realizzare. Il punto di partenza sarebbe Falconara e arriverebbe fino all’Ikea (la fermata del Conero): già questa è una visione metropolitana della città. Un passo molto importante su cui misuriamo la disponibilità del territorio. Ma se la strada non viene preparata bene, rischia di trasformarsi in un boomerang».
Eppure le fusioni fin qui realizzate nelle Marche hanno dato solo risultati positivi.
«Molti dei borghi di Ancona un tempo erano Comuni, cosa che oggi sarebbe impensabile. L’accorpamento attorno ad un capoluogo ha un risvolto politicamente più significativo rispetto all’unione, per esempio, di tre realtà più piccole della provincia. Chiaro quindi che io guardi in quella direzione».
Per un’Ancona finalmente capoluogo di regione nel vero senso della parola.
«Avere un maggior peso specifico ci permetterebbe di dare un contributo maggiore alla regione: un capoluogo competitivo è un capoluogo che permette alle Marche intere di raggiungere standard elevati».
 

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