I fondi Ue per le Marche ci sono, vanno spesi: per l’innovazione 310 milioni, 170 per la transizione green

Approvato ieri a Palazzo Leopardi il Fesr 2021/2027 che stanzia 586 milioni di euro. Il relatore di maggioranza Putzu: «Con queste risorse torneremo regione modello»

I fondi Ue per le Marche ci sono, vanno spesi: per l’innovazione 310 milioni, 170 per la transizione green
I fondi Ue per le Marche ci sono, vanno spesi: per l’innovazione 310 milioni, 170 per la transizione green
di Martina Marinangeli
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Mercoledì 25 Gennaio 2023, 03:00

ANCONA Nell’ultimo settennio di programmazione dei fondi europei 2014/2020 non ci siamo dimostrati all’altezza di spendere le risorse che Bruxelles ha erogato per le Marche. Anzi, la nostra capacità di spesa ci ha confinati costantemente molto al di sotto della media nazionale. Ora, con la nuova programmazione 2021/2027 finalmente al via, ecco arrivare la seconda chance e questa volta è vietato sbagliare. «Le Marche hanno necessità di impiegare al meglio i 1.036 milioni di euro che avremo a disposizione per il prossimo settennio. Attraverso questi fondi potremmo ritornare in breve tempo ad essere regione modello, uscendo dal gruppo di quelle in transizione», definisce il percorso il presidente della commissione Sviluppo economico Andrea Putzu. 


In Aula


Il primo banco di prova sarà proprio quello sul Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale che al 31 dicembre 2022 ci ha visto ultimi in Italia per capacità di spesa delle risorse stanziate nella programmazione 2014/2027. Ieri in Consiglio regionale è stato approvato a maggioranza - astenuti la capogruppo del Movimento 5 stelle Marta Ruggeri ed il consigliere dem Romano Carancini - il Piano operativo regionale del Fesr 2021/2027, che cuba 586 milioni di euro, a cui si aggiungono 104 milioni di euro dei Programmi operativi complementari. Se si considerano anche i 296 milioni di euro per i fondi Fse+ (a cui si aggiungono i 50 milioni di euro dei relativi Programmi operativi complementari), il plafond totale arriva a 1.036 milioni di euro. Nel settennio precedente, le risorse da gestire erano pari a 873 milioni di euro (585 per il Fesr e 288 per il Fse). «Una delle priorità strategiche su cui sarà declinato il Fesr - ha spiegato Putzu, nei panni di relatore di maggioranza - è il sostegno alla ripresa economica basato sulla conoscenza e sull’innovazione, con una dotazione di 310,9 milioni di euro».

Di questi, 121,5 milioni saranno destinati alla ricerca e sviluppo delle imprese, e al consolidamento o sviluppo in rete delle start up innovative e creative. Ci sono poi i 153,4 milioni per il sostegno a progetti di rafforzamento competitivo delle filiere, e all’innovazione e allo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese. Altri 170 milioni di euro andranno poi alla promozione della transizione ecologica. 


Il duello


Se l’approvazione dell’atto è stata alla fine portata a casa a larghissima maggioranza, l’argomento è talmente caldo che ci sono comunque state scintille in aula, in particolare tra il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli e la consigliera dem (ed ex assessora ai Fondi europei) Manuela Bora, con rimpalli di responsabilità sulla mancata spesa di buona parte del Fesr 2014/2020. «La consigliera Bora prova a farsi paladina dell’indifendibile, vale a dire del proprio lavoro svolto come (pessimo) assessore regionale con la precedente giunta che ha portato le Marche da modello di riferimento a livello economico, a Regione in transizione», affonda il colpo Ciccioli. Ma la replica di Bora non si fa attendere: «La giunta di centrodestra ha paura di utilizzare le risorse messe a sua disposizione dall’Europa ed è per questo che attribuisce all’aumento di disponibilità finanziarie una connotazione negativa. Sarebbe stato necessario solamente accelerare le procedure di spesa di una programmazione ottimamente avviata e generosamente lasciata in eredità; purtroppo è accaduto esattamente il contrario». 

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