Fondi Ue, 3 miliardi fino al 2017. Per l’Europa tre regioni “in transizione”. Castelli: «Patto con Umbria e Abruzzo»

Guido Castelli
Guido Castelli
di Massimiliano Viti
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Domenica 11 Luglio 2021, 04:30

ANCONA L’Europa ha portato da 1,5 a 3 miliardi di euro la disponibilità finanziaria di Marche, Umbria e Abruzzo per la programmazione 2021-2027 in quanto sono tre aree che Bruxelles ha definito “in transizione”. Termine che in questo caso assume una valenza negativa, in particolare per Marche e Umbria, che non sono più vagoni del treno economico del Centro Nord ma locomotive del Centro Sud.


La situazione
Il terremoto, la conformazione del tessuto imprenditoriale (oltre che aspetti prettamente geografici come la presenza dell’Appennino) e la carenza di infrastrutture sono gli elementi che accomunano le tre regioni. Regioni che, attraverso Sviluppumbria, Abruzzo Sviluppo e Svim Marche, hanno firmato a Foligno un protocollo di intesa finalizzato a lanciare una cooperazione innovativa e a sviluppare sinergie comuni. Per le Marche era presente nel comune umbro l’assessore Guido Castelli che nel suo intervento ha affermato come, proprio in virtù del raddoppio della somma a loro disposizione, «questa cooperazione debba essere trasferita nella concertazione che le tre regioni stanno facendo in relazione alla programmazione comunitaria 2021-2027 e che dovrà concludersi entro l’anno». 


Le strategie
In altre parole le tre regioni potrebbero parlarsi per presentarsi all’Europa con una strategia condivisa rispetto agli obiettivi comunitari. «Rappresentare in maniera unitaria le nostre posizioni non solo in Europa ma anche al Governo italiano è linfa che migliora la possibilità di essere protagonisti nei vari tavoli di sviluppo» commenta l’assessore Castelli.

Il pensiero va subito alla carenza di infrastrutture che lega i tre territori e che potrebbe essere migliorata con un’azione unica ma a tre punte. 


Gli step
Ma Castelli apre ad altre prospettive di cooperazione e vede la possibilità di istituire una Zes (Zona Economica Speciale) più ampia che includa le tre regioni. «Ragionerei sulla possibilità di avere una Zes interregionale. Vedremo quali saranno le valutazioni del ministro Carfagna che ha già fatto allusione su questa possibilità che potremmo percorrere». Un altro ambito di cooperazione, secondo Castelli, potrebbe essere la strategia nazionale delle aree interne. «Prossimo step? Credo che entro luglio verrà approvata la legge di riforma della Svim, che diventerà Svem, con un carattere più europeo, e con una nuova governance. Completato questo passaggio (settembre?) potremo riprendere le discussioni» osserva l’assessore regionale che sottolinea come, oltre ad assumere una nuova denominazione, la SVEM è pensata come una «tecnostruttura di supporto per quei comuni che non hanno personale competente per progettare, gestire programmi più complesse e delicate che vanno oltre la gestione dell’attività municipale».

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