Fano-Grosseto, la follia che costava un terzo del ponte sullo Stretto e che è rimasta una strada incompiuta

Fano-Grosseto, la follia che costava un terzo del ponte sullo Stretto e che è rimasta una strada incompiuta
di Andrea Taffi
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Sabato 8 Agosto 2020, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 18:09
ANCONA - L’avevano chiamata la Strada dei due mari. Ma nell’Alta Val Metauro dove l’arguzia non manca l’hanno ribattezzata la Strada dei due Mai. Benvenuti alla regina delle incompiute delle Marche che per peso specifico ingombra più di tutte. Forse anche più dell’uscita dal porto di Ancona e della ferrovia Ancona-Roma. Lì c’è di mezzo il capoluogo di regione, qui c’è una galleria già scavata di sei chilometri che collega un poco-e-niente (lato Marche) a una stradina (lato Umbria). Vuoi mettere. Benvenuti dunque alla Fano-Grosseto, 283 chilometri fatta a pezzi. In 31 anni sono spuntate quattro corsie qua, due corsie là, spesso sono rimaste le vecchie statali, c’è di tutto. Nella parte a ridosso del confine umbro-marchigiano, in particolare, 62 chilometri con il nirvana dell’inconcludenza, la quint’essenza di come l’abbraccio mortale tra governo, promesse faraoniche e burocrazia delle strade (Anas, ministero e consiglio superiore) possa produrre uno spreco incalcolabile di soldi e una lista sterminata di promesse finite a vuoto. 



 



I nomi illustri 
E così la Strada dei Due Mari, l’arteria trasversale che nel 2002 era stata inclusa nelle reti europee Ten-T per garantire «l’osmosi tra le modalità di trasporto e l’intermodalità» (si legge nel sito Anas), si è inchiodata. Ma quanti soldi è costata fin qui? Stime incerte: per alcuni 150 milioni di euro, per altri anche 300. Una storia incredibile. In breve: dal 1989 al 1994 si scava il foro pilota della galleria della Guinza poi fallisce l’impresa. Si riprende a scavare tra 2000 e 2004, la galleria viene completata: 5,970 chilometri. Ma è già da riammodernare perché la tragedia del Monte Bianco del 1999 nel frattempo ha stravolto gli standard della sicurezza dei trafori. 

Il progetto faraonico
Si stimano costi dai due ai quattro miliardi di euro quando, negli stessi anni, il governo Berlusconi - che vuole il ponte sullo Stretto - arriva a stimarne sei per collegare Calabria e Sicilia. Il progetto è faraonico e qui sta il peccato originale: si punta a realizzare una superstrada a quattro corsie. Che invece naufragherà nell’indecisione infrangendosi sugli studi costi-benefici: investire così tanto su quella strada non avrà ritorni all’altezza. Nel 2016 l’Anas made in Renzi guidata da Gianni Armani ci rimette le mani e nel 2017 impegna nel piano quadriennale 2016-2020 un miliardo e quattro cento milioni ma si vola basso. 

Dimenticare le quattro corsie
Il progettista Anas della E78 di allora, Nicola Dinnella lo disse chiaramente: «Dimenticare le quattro corsie, puntiamo ad averne due». È la filosofia Delrio, in quel periodo ministro delle Infrastrutture: «Meglio una strada minimal ma realizzabile piuttosto che un progetto mirabolante e irrealizzabile». Avanti allora: cioè indietro. Dei 1400 milioni impegnati da Anas tre anni fa, solo 280 ricadono tra Santo Stefano di Gaifa (siamo prima di Fermignano) e Mercatello (al confine). E poi c’è il buco nero della Guinza. Ma la situazione attuale qual è?
 
Arriva il commissario?
Anas sembra avere idee chiare anche se per aprire una strada degna di tal nome ci vorranno almeno cinque anni. Poi a luglio il decreto Semplificazioni ha previsto il codice-priorità per la Fano-Grosseto: avrà addirittura un commissario. È un risultato? Parrebbe di sì. Ceriscioli dieci giorni fa ad Arquata ha consegnato un minidossier alla ministra delle infrastrutture De Micheli. Anche qui la Fano Grosseto è davanti. Cosa chiedono le Marche? Il rispetto degli interventi inseriti nell’aggiornamento del contratto di programma 2016/2020: l’apertura del traforo Guinza (lotto 2 per 86 milioni di euro e l’avvio delle procedure per il lotto 7 di Urbania (114 milioni di euro). Poi la copertura integrale dell’intervento lotto numero 4 (adeguamento a 2 corsie tra Mercatello ovest -Mercatello est). Costo 96 milioni. E infine la copertura finanziaria dei lotti dal 5° al 10° tra Mercatello Est e S.Stefano di Gaifa: 240 milioni di euro. E poi con Italia veloce Ceriscioli ha provato a domandare: vogliamo realizzare la seconda canna della Guinza? Costo stimato 240 milioni di di euro. Ma chi ci crede ormai?
 
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