Calano i ricoverati Covid, terapie intensive sotto la soglia d'allarme nelle Marche

Calano i ricoverati Covid, terapie intensive sotto la soglia d'allarme nelle Marche
Calano i ricoverati Covid, terapie intensive sotto la soglia d'allarme nelle Marche
di Lorenzo Sconocchini
4 Minuti di Lettura
Giovedì 4 Febbraio 2021, 09:00

ANCONA - Se la quota dei posti di terapia intensiva occupati per Covid è una delle spie più osservate per classificare i rischi dell’epidemia, da una paio di giorni le Marche sono uscite da un campo minato. Ormai da martedì, e il parametro ieri è rimasto stabile, i ricoveri in rianimazione di pazienti contagiati (scesi l’altro ieri da 72 a 68) occupano il 29% dei posti letto disponibili, secondo i dati elaborati anche da Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.

Siamo sotto la soglia di rischio (il 30%) individuata dal decreto del Ministro della Salute che dal 30 aprile scorso disciplina il monitoraggio delle regioni, affidando a 21 parametri la valutazione del rischio che poi, insieme all’indice Rt, assegna il colore delle misure restrittive. 

I posti in area medica

Resta ancora sopra soglia (46% rispetto a 40%) la percentuale di posti tetto di area medica occupata da pazienti Covid−19, benché ieri siano scesi ancora un po’, da 544 a 535, con un calo complessivo dei ricoveri da 612 a 603 (-9).

Stazionario il numero di ospiti di strutture territoriali (224), mentre nei pronto soccorso della regione sono assistiti 23 positivi, 4 in meno del giorno prima. Negli ultimi due giorni c’è stato un aumento esponenziale del dato che, nei bollettini del Servizio Salute, mette insieme guariti e dimessi: +1.542 in 48 ore, che fanno salire il totale a 46.068. Il ritmo vorticoso delle guarigioni (ora sottoposte a un iter più snello, perché non è più richiesto il doppio tampone negativo in 24 ore) fa diminuire sensibilmente il dato dei positivi in isolamenti domiciliari, scesi nelle ultime 48 ore da 8.565 a 7.750.

La lista dei lutti

Purtroppo non accenna a piegarsi la curva dei decessi, che dall’inizio dell’emergenza sanitaria ha sempre seguito un andamento ritardato di 2-3 settimane rispetto alle altre. Con il bollettino arancio di ieri sera, supera quota duemila (esattamente 2.011) il numero delle vittime marchigiane. Anche per questo, purtroppo, c’è meno stress nei reparti di area critica.
L’ultimo aggiornamento è tra i più pesanti della seconda ondata, con 15 decessi avvenuti in dieci ospedali delle Marche: si tratta di 9 uomini e 6 donne, età tra i 70 e i 99 anni, tutti con patologie pregresse, come avviene nel 96,1% dei decessi finora registrati nelle Marche, con un’età media di 82 anni. Soprattutto uomini (il 56,6% del totale) e donne che però, se non avessero contratto il virus, sarebbero senz’altro vissuti più a lungo. 

Lo screening antigenico

L’epidemia intanto continua ad aggiornare la sua contabilità di nuovi casi giornalieri. Nelle ultime 24ore nelle Marche ne sono stati diagnosticati 408 (il 22,9% dei 1.785 tamponi molecolari testati) che portano il totale a 56.417 positivi al Coronavirus dall’inizio dell’epidemia. Nell’ultima giornata di analisi sono stati esaminati anche 1.253 tamponi rapidi dello screening Antigenico (con 85 positivi da sottoporre a conferma con tampone molecolare) e 1.967 nel percorso guariti.
Tra i 408 positivi delle nuove diagnosi, il numero più alto (173) riguarda la provincia di Ancona, che però è quella che ha fatto più tamponi: 661, il 37% del totale nelle Marche. Seguono Pesaro Urbino con 77, le province di Macerata e Fermo con 52 a testa, Ascoli Piceno con 41. I casi positivi con sintomi sono stati 49 (il 12% del totale) un dato che da alcuni giorni il governatore Acquaroli segue con attenzione certosina, aggiornando la sua personale contabilità sui social network. «È bene tenere a mente - scriveva ieri dopo aver fatto i suoi calcoli - che i dati di questa settimana saranno utilizzati per il calcolo dell’indice Rt della prossima settimana e che dunque, per l’Rt di questa settimana fanno fede quelli della scorsa, come ormai da prassi».

I contatti in famiglia

Anche le indagini epidemiologiche eseguite sugli ultimi casi positivi accertati confermano che le occasioni più frequenti di contagio sono i contatti stretti di casi positivi (111 u 408) e i contatti che avvengono in ambiente domestico (71). Ancora frequenti i casi di infezione contratta sui luoghi di lavoro (28), mentre i contagi addebitati all’ambiente scolastico (ieri 18) non hanno registrato finora particolari rialzi, a dieci giorni dalla riapertura al 50% delle scuole superiori. Ma è ancora presto per fare un bilancio. E si sente ancora, nonostante il lungo periodo tra zone rosse e arancioni, l’effetto-movida, con 13 casi di contagio accertati anche ieri in ambienti di vita o socialità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA