Il 15 febbraio scade il dpcm attualmente in vigore che impone il blocco degli spostamenti tra regioni anche in fascia gialla se non per comprovate motivazioni. Le sensazioni che si respirano al momento, nonostante il calo dei dati epidemiologici, è che si voglia proseguire sul principio di precauzione massina mantenendo il divieto e prorogrando il blocco almeno fino al 5 marzo.
Con l'Italia quasi interamente in zona gialla - con la sola eccezione di Sicilia, Puglia, Umbria, Sardegna e provincia autonoma di Bolzano - il timore degli esperti è che il possibile messaggio di "liberi tutti" possa condizionare i numeri che in questi ultimi giorni si sono presentati in lieve miglioramento con la curva dei contagi (ma non quella dei decessi) in discesa.
Al contrario se l'indice Rt del contagio dovesse confermare il calo e scendere ulteriormente il Cts potrebbe anche valutare di dare indicazioni al governo per una eventuale riapertura dei confini regionali, seppur solo tra regioni gialle. Fondamentali saranno in tal senso gli esiti del monitoraggio settimanale di venerdì 5 ma soprattutto di venerdì 12 febbraio.
Il 15 febbraio potrebbero essere inoltre riattivati gli impianti di sci, grazie a una decisione attesa per venerdì prossimo, quando il Cts si riunirà per analizzare il nuovo protocollo proposto dai governatori. Ma se infatti pare probabile che l'indicazione degli esperti sarà di consentirne l'apertura degli impianti nelle zone gialle, ma non in quelle arancioni - come proposto dai territori - né ovviamente in quelle rosse, il prosieguo dello stop agli spostamenti tra Regioni limiterà gli appassionati al «turismo invernale di prossimità».
Aldilà dei colori delle regioni, dal Comitato Tecnico Scientifico potrebbe arrivare anche la sollecitazione a misure idonee per la gestione dei flussi degli sciatori soprattutto per i comprensori più grandi, quelli che si estendono tra diverse regioni o province autonome, che nel protocollo non sono indicate.
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