Frenata dei tamponi, le Marche scivolano in zona retrocessione: per tre giorni maglia nera nei test in rapporto alla popolazione

Frenata dei tamponi, le Marche scivolano in zona retrocessione: per tre giorni maglia nera nei test in rapporto alla popolazione
di Lorenzo Sconocchini
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 10:10

ANCONA - Dai 2.547 tamponi del 12 novembre ai 1.220 di ieri. In meno di due settimane si è più che dimezzato il numero giornaliero dei test molecolari del percorso nuove diagnosi, il primo tampone a cui si sottopone una persona, senza tenere conto cioè dei test ripetuti allo stesso caso diagnostico per fare ulteriori controlli o attestarne la guarigione dall’infezione da Sars-Cov-2. Si è scesi numero più alto registrato giornalmente da febbraio, al penultimo dell’intero mese di novembre, escludendo i lotti domenicali che sono più leggeri per l’attività ridotta di alcuni laboratori. 

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E non è un inciampo occasionale, ma una tendenza che nell’ultima settimana ha portato la nostra regione a essere maglia nera in Italia per numero di tamponi fatti in rapporto alla popolazione.

A novembre le Marche avevano sempre galleggiato, nella classifica delle 21 regioni e province autonome basata sull’incidenza settimanale dei tamponi per 100mila abitanti, tra il 17esimo e il 19esimo posto. Ma da sabato scorso, con un’ulteriore flessione, ha occupato stabilmente l’ultima posizione. L’incidenza settimanale, nel dato ufficiale aggiornato a lunedì, è di 718 abitanti testati in 7 giorni ogni 100mila residenti nelle Marche. Un valore lontanissimo da quello del Lazio, che guida la classifica con 2.623, ma anche di regioni vicine alle Marche come l’Abruzzo (1.087 tamponi ogni 100mila residenti), l’Umbria (1.301), mentre la Toscana ci ha quasi doppiato, con 1.395. Maglia nera per tre giorni consecutivi, anche se nell’ultimo aggiornamento di ieri sera le Marche pur scendendo a un’incidenza di 717 ha superato in extremis il Veneto, regione molto più popolosa, ferma a 706. 


L’alert di Mastrovincenzo

S’era accorto della tendenza il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo, con un post sui social in cui domenica segnalava che «venerdì la nostra Regione è stata ultima per i tamponi dedicati a nuove diagnosi: appena 103 ogni 100.000 abitanti». Un dato tutt’altro che occasionale. Nell’ultima settimana nelle Marche sono stati eseguiti 10.970 primi tamponi (in media 1.563 al giorno) mentre nella precedente erano stati 13.508 (1.930 al giorno) e in quella prima ancora 12.655.
Meno tamponi si fanno, meno casi asintomatici emergono (a ottobre il 75% del totale nelle Marche) e più si fatica a contenere la diffusione del virus tracciando i contatti e isolando le persone infette che possono contagiarne altre. E il test molecolare dell’Rna virale, il cosiddetto tampone, è l’unico che attesta con certezza la positività o meno. Da febbraio a oggi nelle Marche sono stati analizzati 229.438 tamponi del percorso prime diagnosi, pari al 15% popolazione, a cui se ne aggiungono altri 165.155 fra re-test sulla stessa persona e analisi del percorso guariti. Che le Marche fossero in affanno nel monitoraggio dell’epidemia era emerso anche dall’ultimo instant report di Altems, l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’università Cattolica. I dati della settimana 11-17 novembre evidenziavano per le Marche un tasso settimanale di nuovi tamponi (considerando anche quelli ripetuti) di 13 per ogni mille abitanti, mentre la media italiana era di 21. Un guaio, restare indietro. «L’esecuzione di test per accertare la presenza del virus - si ricorda nel report - è un aspetto essenziale della lotta contro la pandemia. È necessario eseguire con urgenza un maggior numero di test».

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