Riapre il Covid Hospital di Civitanova, il primo step prevede l'attivazione di 14 posti letto. Ecco per chi

Riapre il Covid Hospital di Civitanova, il primo step prevede l'attivazione di 14 posti letto. Ecco per chi
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Mercoledì 21 Ottobre 2020, 14:14 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 11:46

CIVITANOVA - Riapre il Covid Hospital di Civitanova. Il primo step prevede l'attivazione di 14 posti letto di semintensiva, un primo passo per alleggerire la pressione sugli ospedali che rischiano il blocco delle visite no coronavirus. Intanto presegue l'attività di poenziamento dei posti di rianimazione nelle strutture sanitarie.  

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Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, sottolineando la carenza di reparti intensivi nelle Marche in questo momento dell'evoluzione pandemia. la struttura di Civitanova, ideata come quella gemella della Fiera di Milano, da Guido Bertolaso e realizzata con donazioni private. è chiusa dalla scorsa primavera dopo un'apertura di una decina di giorni. Le circostanze di non avere «i posti letto di altre regioni» e di una «paurosa carenza di personale», ha riferito Saltamartini, ha spinto la giunta «a chiedere al ministero della Difesa, medici e infermiere della sanità militare, in particolare della Marina perché possano contribuire ai servizi del primo modulo Covid».

Nelle Marche attualmente, ha spiegato l'assessore Saltamartini, ci sono 129 posti di Terapia intensiva rispetto ai 220 previsti, considerando i 115 posti presenti in epoca pre-Covid e i 105 autorizzati dal Dpcm del governo di cui «ne sono stati attivati solo 14». Una percentuale dell' «8,3% rispetto alla popolazione di circa 1,5 milioni di marchigiani - ha affermato - che ci pone come regione al terzultimo posto in Italia». Da attivare «restano 41 posti a Marche nord Pesaro, 38 presso gli Ospedali Riuniti di Torrette di Ancona, sette posti a Jesi e cinque a San Benedetto del Tronto (entrambi Asur)».

L'assessore ha riferito i tempi di attivazione dei posti residui sulla base delle informazioni da parte delle aziende ospedaliere e Asur. Per i 41 di Marche Nord: dieci saranno attivi dal primo novembre e 31 entro fine anno. Per i 38 di Ancona: 20 posti dovranno essere in funzione tra 4-6 mesi, 8 posti, a disposizione del commissario Arcuri, «entro 235 giorni», 10 nella Divisione di Rianimazione entro novembre. Una situazione che ha consigliato la Giunta di disporre l'apertura del primo modulo del Covid Hospital nei prossimi giorni, con 14 posti di sub intensiva.

Si è parlato dell'emergenza sanitaria da Covid 19 nelle Marche, alla luce del recente Dpcm del 18 ottobre, in una riunione in videoconferenza tra il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, assieme agli assessori Mirco Carloni, Guido Castelli e Giorgia Latini, e tutti i prefetti delle Marche coordinati da quello di Ancona Antonio D'Acunto. I prefetti, informa una nota, hanno ringraziato Acquaroli «per la sensibilità nell'averli coinvolti per affrontare in sinergia la nuova fase legata alla pandemia anche in previsione dell'eventuale assunzione di futuri provvedimenti regionali». E' stato stabilito inoltre che la riunione congiunta avrà carattere settimanale su proposta di D'Acunto. I prefetti hanno rispettivamente espresso le numerose questioni legate all'andamento dei contagi, le preoccupazioni provenienti dai territori e le necessità di affrontare la nuova fase in ottica preventiva. Un approccio condiviso dal presidente Acquaroli, che ha sottolineato «un'attenzione massima affinché si possano scongiurare conseguenze socioeconomiche sull'intero territorio». «Il massimo impegno di tutta la giunta - ha affermato - è mettere in campo tutti gli accorgimenti volti in primo luogo alla tutela della sanità e della sicurezza di tutte le fasce della popolazione e ad evitare un ulteriore lockdown e scongiurare il più possibile danni economici. Ringrazio i prefetti delle Marche per la disponibilità e sono certo che lavorare in concertazione sia il modo più efficace per dare ai cittadini delle risposte più puntuali e più rapide. Raccomando sempre - ha concluso - sempre la massima attenzione individuale nei comportamenti reciproci e l'adozione di tutte le misure come il distanziamento interpersonale, l'utilizzo delle mascherine e l'igiene delle mani».

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