Un piano per il lavoro da 350 milioni di euro. Aiuti a donne e giovani: via libera in Consiglio regionale al documento triennale

Un piano per il lavoro da 350 milioni di euro. Aiuti a donne e giovani: via libera in Consiglio regionale al documento triennale
Un piano per il lavoro da 350 milioni di euro. Aiuti a donne e giovani: via libera in Consiglio regionale al documento triennale
di Martina Marinangeli
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Martedì 23 Gennaio 2024, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:09

ANCONA Il mondo del lavoro si tratteggia a luci ed ombre nelle Marche. Se è vero che cala la disoccupazione, di pari passo si contrae anche il dato dell’occupazione, in un’eterna bilancia che restituisce l’immagine plastica dello stallo. E le proiezioni da qui al 2026 non lasciano intravedere orizzonti migliori. Per invertire il trend, ieri è stato approvato a larghissima maggioranza (unica astensione, quella della capogruppo pentastellata Marta Ruggeri) il Piano triennale per le politiche attive del lavoro 2024/2026, che prevede una cura da cavallo da 349.869.637 euro - tra fondi Pnrr e nuova programmazione europea - da tradurre in politiche attive del lavoro e formazione.

I focus

Risorse destinate soprattutto alle fasce più deboli della popolazione, ovvero donne, under 35 (i Neet, giovani che non studiano, non si stanno formando e non cercano lavoro) e over 50, che nelle Marche faticano a trovare una collocazione nel mercato del lavoro.

Il documento ha incassato anche il via libera del Pd dal momento che sono stati recepiti in blocco gli emendamenti proposti, «finalizzati a migliorare il testo da carenze e criticità quali disabilità, sicurezza sul lavoro, crisi aziendali, orientamento, aree interne, integrazione istruzione-formazione», ha sottolineato il consigliere dem Antonio Mastrovincenzo, relatore di minoranza. L’omologo di maggioranza, il leghista Mirko Bilò, ha invece posto l’accento sul «potenziamento degli investimenti di 100 milioni di euro nel triennio, con linee guida strategiche condivise tra attori pubblici e privati per favorire concretamente l’incrocio di domanda e offerta». A tirare le somme è l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi, che per sanare il mismatch tra i profili cercati dalle aziende e quelli presenti sul mercato, scommette su «orientamento, formazione vicina alle esigenze delle aziende (non solo teorica, ma anche realizzata on the job attraverso tirocini e borse), promozione della cultura dell’imprenditorialità, sostegno ad un’occupazione di qualità e innalzamento delle competenze professionali», Basteranno le misure introdotte dal Piano a colmare i gap anagrafici e di genere? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, dall’analisi del contesto occupazionale stilata dalla Regione, emerge come, riguardo al tasso di disoccupazione il vantaggio delle Marche nei confronti del Paese dovrebbe essersi accentuato nel corso del 2023 (5,4% per la regione contro 7,9% per l’Italia) per ridursi leggermente nei due anni successivi e tornare ad ampliarsi nel 2026 (5,5% contro 7,8%).

La cura

Sulla base di questi indicatori del mercato del lavoro, «anche nelle Marche - si legge nel Piano - è evidente che donne, giovani (in particolare i Neet), soggetti in età più avanzata e che perdono l’occupazione si trovano in maggiori difficoltà». La cura da cavallo da 350 milioni pare dunque indispensabile e non più procrastinabile se si vuole invertire il preoccupante trend.

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