Autorità portuale: dai partiti coro di no a Musso, Giovannini accetta Garofalo, l’ex presidente di Messina verso Ancona

Autorità portuale: dai partiti coro di no a Musso, Giovannini accetta Garofalo, l’ex presidente di Messina verso Ancona
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Venerdì 12 Novembre 2021, 04:20 - Ultimo aggiornamento: 16:46

ANCONA - Fumata bianca su Molo Santa Maria: è quello dell’ingegner Vincenzo Garofalo il nome estratto dal cilindro per la presidenza dell’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico centrale. L’accelerata è arrivata ieri mattina durante una video call tra il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini ed i governatori di Marche ed Abruzzo. Acquaroli e Marsilio hanno insistito sul candidato messinese andando contro l’ultima idea del ministro (il docente di Unige Musso). Hanno fatto leva su un’ampia convergenza politica (da Fratelli d’Italia al Pd, dalla Lega al Movimento 5 stelle) ed il titolare del dicastero si è preso un tempo di riflessione ragionevolmente breve prima di ufficializzare la nomina. 

 
Il caso Africano
Dopo l’incidente diplomatico consumatosi intorno a Matteo Africano – bocciato in commissione Trasporti del Senato e caduto sotto il fuoco incrociato dei partiti – questa volta vuole essere certo che tutto fili liscio.

Affondata quindi l’ipotesi-Musso, messa sul tavolo nel weekend dal ministro ma poco gradita ai partiti (Pd contro, Lega perplessa). Che Garofalo potesse essere la persona giusta era una convinzione maturata in tempi non sospetti dallo stesso Acquaroli, diciamo alla fine dell’estate, dopo un primo innamoramento per Musso (nome avanzato da Baldassarri). 


La primogenitura di Acquaroli
Quando, a settembre Giovannini propose il contrammiraglio Enrico Moretti, fu proprio il governatore a fare il nome di Garofalo, poiché era l’unico ad aver già ricoperto l’incarico di presidente di Autorità portuale, a Messina - Milazzo. Oltre alla competenza, dalla sua anche buone referenze sulle sue capacità relazionali, essendo stato parlamentare prima in quota Partito delle libertà, poi in Ncd. Il numero uno di Palazzo Raffaello lo aveva anche personalmente sondato per accertarsi che fosse disponibile a spostarsi ad Ancona, perché il territorio ha bisogno di un presidente full time. Lo scatto avvenuto tra lunedì e martedì lo hanno maturato la Lega – che per questa partita ha messo in campo l’uomo dei porti, Rixi – ed il Pd (con Serracchiani, Delrio e Gariglia), il cui apporto è stato cruciale per arrivare dal ministro con un fronte unico e convinto. 


Lo stallo terribile
Dopo i tentativi dem di spingere sulla nomina di Moretti ed il silenzio della Lega, il tutto si era arenato in uno stallo per uscire dal quale Giovannini ha avanzato, lunedì, il nome di Musso. Ipotesi che però ha avuto come conseguenza solo una levata di scudi: i gruppi parlamentari (in particolare di Pd e Lega, ma anche di FdI e M5s), hanno iniziato a cercare una mediazione per evitare che una persona di altissimo profilo come Musso – ma anche con tanti impegni – venisse scelto con scarsa condivisione dei partiti. Già tra martedì e mercoledì si è arrivati ad una quadra, con il Pd pronto ad accettare Garofalo e la Lega – che avrebbe apprezzato Moretti, ma non Musso – disposta ad allinearsi. Dal canto loro, i 5 stelle volevano una figura con uno standing più alto di Africano, e così sono stati accontentati. Creato un fronte politico compatto, l’ostacolo che si poneva era superare l’arrabbiatura del ministro, dato per molto scocciato dalla situazione di Ancona e senza alternative di fronte ad un’eventuale figuraccia come quella consumatasi qualche mese fa su Africano. Ieri mattina, invece, durante la video call, si è presa una decisione in tempi ragionevolmente brevi. Giovannini ha chiesto se veramente ci fosse convergenza dei partiti su quest’ultimo nome ed i due presidenti di Regione hanno assicurato il fronte compatto. 


L’iter parlamentare
Una volta che il ministro, d’intesa con i governatori, avrà ufficializzato l’indicazione di Garofalo, ripartirà l’ier che passa per le audizioni ed il voto nelle commissioni Trasporti di Camera e Senato. A quel punto, sperando che questa volta si riesca a chiudere il cerchio, verrà ratificata la sua nomina. E, contestualmente si aprirà la partita del segretario, foriera probabilmente di ulteriori conflitti: il porto di Ancona ha preteso che sia un tecnico di fiducia del presidente e non una scelta dai partiti, come si era ventilato. Ma per questo ci sarà tempo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA