Porto, ora Musso è più vicino, il ministro chiama Acquaroli. Pd contrario, Lega perplessa. Governatori convocati a Roma, Giovannini vuole firmare

Porto: Musso vicino alla nomina ma i partiti tentennano
Porto: Musso vicino alla nomina ma i partiti tentennano
di Andrea Taffi
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Martedì 9 Novembre 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 23:04

ANCONA - Finalmente dovremmo esserci. Il docente di Unige di Economia dei trasporti e direttore del centro Italiano di Eccellenza della Logistica, Enrico Musso è vicino alla nomina a nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale Adriatico centrale. La voce filtra dai corridoi del ministero delle Infrastrutture dove la pallina della roulette che gira ormai da tre mesi (e ha ballato sopra le caselle di almeno altri tre candidati) è tornata a fermarsi sulla prima casella, quella che all’inizio sembrava la più accreditata.


Musso sembrerebbe la scelta che il ministro Giovannini ha in testa da qualche giorno e che ha condiviso con i suoi principali collaboratori.

Ieri mattina c’è stata la convocazione dei governatori Acquaroli e Marsilio a villa Patrizi per giovedì mattina e questo sarà il nome scelto anche se a palazzo Raffaello non è arrivato nessuno tipo di proposta finale.


Ma le conferme si accavallano e sulla scelta non ci sono più margini tanto che siamo già alla fase due della prenomina, cioè alla bagarre politica scatenatasi per mettere i bastoni tra le ruote. In primis il Pd che non vuole un candidato di area FdI (Musso viene considerato un tecnico) dopo che la proposta di Moretti, avanzata dal ministro tre settimane fa ai due governatori non è stata gradita. E in più ha subito anche l’ostracismo dei Cinque Stelle. Difronte alla controproposta di Garofalo arrivata da palazzo Raffaello e palazzo Silone, Giovannini si è scocciato. 


Così come i governatori dicono che la colpa del caso Africano è del ministro, così Giovannini a Roma sostiene che il curriculum esatto gli sia stato indicato proprio da Acquaroli e Marsilio. E così Ancona è rimasta vacante altre tre settimane. Ora con il nome di Musso in rampa di lancio, Acquaroli a questo punto è atteso da due notti senza stelle perché dopo aver accolto il suggerimento arrivato a luglio da Mario Baldassarri e aver considerato Musso come il superesperto di fiducia a lungo agognato, ora per metà ci ha ripensato. 


Tra cattedra, centro di eccellenza, consulenze per il comune di Genova e altri incarichi più o meno accessori, il governatore teme un impegno lungo la settimana distillato per tempi e asperso per i 300 chilometri di coste marchigiano-abruzzesi. Con i progetti del Pnrr da consegnare nel giro di 12 mesi si tratta di un rischio da calcolare. Tra coloro che son perplessi pare ci sia anche la Lega (Rixi, l’uomo dei porti di Salvini è di Genova come Musso: i due si rispettano ma stanno a distanza) e questo, se mai ci fosse stato bisogno, aggiunge confusione al quadro già tutt’altro che nitido da mesi. Non potrebbero fiatare invece i grillini che hanno chiesto figure di altissimo profilo. Detto tutto questo: primo, Acquaroli è aperto su Musso e giovedì potrebbe anche accettare con riserva perché se il ministro è convinto i governatori stavolta non possono tirarsi indietro ma ognuno poi si prenderà le sue responsabilità. 


Secondo. Questa mattina c’è una riunione che Giovannini terrà con lo staff a villa Patrizi in cui si vaglierà la nomina di Musso sotto tutte le angolazioni. Ma in cui potrebbe riemergere la questione territoriale e nomi tipo quello di Stronati potrebbero tornare di larga attualità. Difficile, oggettivamente, ma da tenere in conto. Certo è che stavolta ci siamo. Speriamo solo che sia vero.

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