La situazione
Su 50 imprese sondate nei settori turismo, pubblici esercizi e ristorazione - secondo la Cgil - solo una offre un regolare contratto nazionale di lavoro del settore, prevalgono contratti a chiamata, a tempo determinato stagionale e persino proposte di inquadramento come socio volontario. Bassa percentuale di contratti stagionali, solo il 5% delle assunzioni nel settore turistico della ristorazione che occupa l’87,8 % degli addetti del comparto. È il desolante quadro che appunto emerge dall’indagine svolta dalla Cgil in collaborazione con un gruppo di giovani e studenti sulle condizioni di lavoro offerte nel nostro territorio. Ad illustrare i risultati che arrivano da un incrocio tra contatti telefonici avuti con ristoranti, bar, gelaterie, pizzerie e stabilimenti balneari in prevalenza del Maceratese (il 75% contro il 10% di Ancona e il 15% di Fermo) e denunce giunte negli uffici del sindacato, sono stati il segretario provinciale della Cgil Daniele Principi, Loredana Guerrieri del Nidil e Angelica Bravi della Filcams. Il settore turistico nel Maceratese vede occupati per lo più giovani fino a 29 anni, e la percentuale più alta di occupazione giovanile si riscontra sempre nell’ambito della ristorazione. Sulle retribuzioni medie lorde annue nel 2021 ci si attesta a 6.262 euro in calo rispetto al 2019 con 7.199 euro, in calo costante. L’indagine portata avanti dalla Cgil ha esaminato come i giovani cercano il lavoro, tramite i canali social e passaparola, e attraverso un primo contatto telefonico di approfondimento con domande uguali per tutti i datori di lavoro.
La conferma
«I dati relativi alla nostra provincia sulle retribuzioni confermano un reddito medio per i lavoratori del settore turistico tra i più bassi nell’ambito dei servizi», conclude Principi. Del resto che le Marche non brillino lo testimonia la statistica legata alle assunzioni con contratto intermittente che, nel 2022, vede la nostra regione al primo posto in Italia col 17,7% (media nazionale dell’8,9%) e nelle assunzioni in somministrazione con le Marche al sesto posto col 14,5% rispetto al 13,2% italiano. «L’orario di lavoro offerto, per il 50% delle imprese, -ha affermato Guerrireri- è di 7 giorni su 7 senza riposi, in chiara violazione della legge che prevede almeno 24 ore di riposo in una settimana. Un giorno di riposo infrasettimanale è offerto dal 27% dei datori di lavoro mentre il 10% offre un part time. La nota dolente giunge dalla retribuzione proposta. Ebbene, al telefono, il 50% degli intervistati non parla mai di paga, poco più del 30% propone un netto orario dai 7 ai 10 euro dentro cui c’è di tutto dal tfr alla tredicesima, ferie e straordinario, il 10% indica una retribuzione sotto i 7 euro ed un solo caso offre una paga legata al Ccnl».
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