Da zona arancione a zona gialla ma per i baristi è un Natale di rabbia: «Solo con l’asporto i conti non tornano»

Da zona arancione a zona gialla ma per i baristi, è un Natale di rabbia: «Con l’asporto i conti non tornano»
Da zona arancione a zona gialla ma per i baristi, è un Natale di rabbia: «Con l’asporto i conti non tornano»
di Thomas Delbianco
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Sabato 5 Dicembre 2020, 04:10

PESARO  - Nuovo Dpcm, ma i locali sono ancora chiusi, beffa per i baristi delusi e arrabbiati. «Una presa in giro, avevamo già comprato i giornali per accogliere i clienti nei tavoli». Il discorso in tv del premier Giuseppe Conte, la firma sul Dpcm, poi la domanda che per diverso tempo è rimasta senza risposta giovedì sera: ma le Marche sono ancora in zona arancione o sono passate a gialla? 

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Ieri diversi baristi della città si sono svegliati pensando, dopo che per ora giovedì sera la comunicazione non è stata chiara, che il via libera al Dpcm rappresentasse la possibilità di riaprire i locali ai clienti, non solo per l’asporto.

Ed invece non era così. Le Marche ritorneranno ad essere gialle non prima di domenica. 


E tra i baristi ne è scaturita una certa dose di amarezza mista a rabbia. Le porte dei loro locali sono rimaste chiuse, le sedie alzate sui tavolini, anche se si erano già preparati per accogliere i clienti al meglio. C’è anche chi aveva tirato fuori il servizio di tazzine migliore per questa riapertura sfumata. Tutto rinviato a domenica, sempre che non ci sia qualche sorpresa. «Avevo già predisposto tutto, ho comprato i giornali per non sbagliare, poi ho proprio sui giornali questa mattina presto (ieri, ndr) la notizia che Acquaroli ha spostato il ritorno a zona gialla alle 24 di sabato - dice un barista del centro, nella zona tra via Zongo e piazzale Olivieri - c’è un po’ di delusione. In queste settimane di zona arancione (solo asporto, ndr) è stato tutto molto complicato, un lavoro diverso da quello che si fa di solito e anche gli incassi sono decisamente peggiorati. Speravo di mettere qualcuno a sedere oggi, ma è andata diversamente».

Mirko Giorgiani del Carducci Cafè è parecchio stizzito per questa situazione. «Avevamo preparato tutte le tazze in ceramica, ma non è stato utile. C’è molta delusione, ci sentiamo presi in giro. Auspichiamo che per domenica si riapra, ma non ne siamo così sicuri. Queste settimane nella zona arancione hanno comportato un bel calo di fatturato, che non riesce a coprire tutte le spese, serve un intervento immediato da parte delle istituzioni. 


«Per il periodo di Natale - continua Giorgiani - non c’è nessuna fiducia, perchè hanno detto che ci chiuderanno proprio nel momento in cui gli incassi si alzano. Continuano a non capire che avere una partita Iva, un bar, un ristorante, comporta delle spese da sostenere. Non bastano le elemosine dei ristori, ci devono dare una bella mano se vogliamo sperare nel futuro». Nel corso della giornata di ieri sono sopraggiunte alcune chiarificazioni che però sul fronte dei giorni futuri non sembra cambiare granché.

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