L’alcol accende il terrore, baristi del centro in trincea: «Noi, ostaggi degli ubriachi»

I resti delle bevute in centro
I resti delle bevute in centro
di Teodora Stefanelli
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 05:00

ANCONA - Il titolare del bar rifiuta di dare alcol ad un ragazzo già visibilmente ubriaco e questo per tutta risposta gli punta il fondo di una bottiglia di birra rotta alla gola e alla testa. Succede anche questo in centro città. In particolare in corso Mazzini dove Alessandro Cirri, giovane titolare del bar L’Opera, racconta di aver vissuto questa terribile esperienza la sera del 25 Aprile. Il proprietario del bar è finito in ospedale a Torrette dove gli sono stati applicati dei punti di sutura alla testa. Se la caverà con sette giorni di prognosi. 

 
Il racconto 
Riavvolgendo il nastro Alessandro racconta la sua serata da incubo. Erano le 19,30 e i tavolini del locale erano affollati di persone quando all’interno del locale entrano due giovani italiani già visibilmente alticci. «Erano già messi abbastanza male - racconta Cirri - avevano in mano delle bottiglie di birra economica e pretendevano da bere. In quel momento nel locale c’eravamo io e la mia compagna che fa la cameriera. Mi hanno chiesto più volte i drink, erano insistenti ma io mi sono rifiutato fino a che uno dei due non ha iniziato ad alterarsi».


È a quel punto che la situazione è degenerata: «Ho detto loro che non gli avrei dato nulla da bere e ho cercato di farli uscire dal bar. Nel frattempo ad uno dei ragazzi è caduta una delle bottiglie e lì è come impazzito. Mi ha puntato il vetro rotto alla gola, mi è uscito il sangue e poi me l’ha puntato alla testa.

La prima cosa che ho fatto è pensare alla salute della mia ragazza, le ho detto di mettersi dietro di me, di proteggersi. Poi il mio pensiero è andato ai clienti. Volevo che nessuno si facesse male».


Nel frattempo, vedendo la situazione critica e temendo il peggio, alcuni clienti hanno chiamato immediatamente i soccorsi. Sul posto si sono precipitati i carabinieri e l’ambulanza della Croce Gialla di Ancona. 


«Mentre questo ragazzo mi puntava la bottiglia alla testa l’amico gli diceva che dovevano scappare perché stavano arrivando le forze dell’ordine. Poco dopo si sono dileguati. Io però so chi è questa persona, l’ho riconosciuta, non è un mio cliente ma di vista lo conosco tanto che ci sono andato a parlare. Lui mi ha chiesto scusa, mi ha spiegato che non era in sé ma io non voglio le sue scuse, vorrei che capisse la lezione. Sto pensando se mandare avanti la denuncia, si vedrà. Per il momento basta che non si faccia più vedere». Intanto l’episodio della scorsa sera ha destato choc e stupore tra i titolari delle altre attività in zona.


I precedenti
«Meno di un mese fa - ricorda Massimo Rossi del bar Franco di via Podesti - sono entrati due uomini tunisini nel bar. Erano ubriachi fradici. Volevano da bere e avevano proprio voglia di discutere. A quel punto uno dei clienti si è messo in mezzo e li ha cacciati. Se ne sono andati, hanno fatto la scelta più saggia. Però non si sa mai cosa può accadere. Noi qui siamo in due e abbiamo i nostri clienti abituali. Cose così per fortuna non sono all’ordine del giorni ma teniamo sempre gli occhi ben aperti». 


La pensa allo stesso modo Sebastian Lombardo del Raval che dice: «Abbiamo clienti di età adulta e non ci è mai capitato di trovarci in queste situazioni. Certo noi paghiamo la sicurezza privata ed è un ottimo deterrente per questo genere di personaggi». 

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