ANCONA - Turni massacranti. Weekend impegnati. Ritmi troppo elevati. Il lavoro stagionale nel mondo della ristorazione non attira più. Paghe misere? A sentire i titolari dei locali non è affatto così. Semmai una questione di poca disponibilità al sacrificio, dicono i ristoratori. Fatto sta che a maggio inoltrato in molte attività della riviera mancano ancora all’appello diverse figure per completare lo staff.
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L’allarme
Nella maggioranza delle attività della riviera la situazione sembra essere allarmante. Qualcuno ha rinunciato del tutto alla ricerca del personale mancante. C’è chi ha deciso di tagliare i servizi e chi, invece, dovrà fare a meno degli eventi. «Se un tempo ne facevamo due in contemporanea, uno in piscina e uno nel patio, adesso potremo farne solo uno alla volta» spiega lo chef Elis Marchetti, gestore del Conero Golf Club. Il che, però, vuol dire anche una sensibile riduzione di incassi. «In una stagione parliamo di circa 100 mila euro in meno» sottolinea Marchetti. In linea di massima sono le mansioni meno qualificate a rimanere scoperte. Oppure quelle dove la fatica e lo stress mettono a dura prova il dipendente. «Mancano i lavapiatti e alcune figure in cucina» afferma Elis, seguito a ruota da Thomas Polenta dell’osteria Il Baffo: «Non si trovano i lavapiatti, baristi e personale di cucina. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche noi della famiglia. Mio padre a settant’anni sta ancora in cucina». L’eco arriva fino a Portonovo dove Edoardo Rubini del ristorante Da Emilia si trova nelle stesse condizioni: «Attualmente ci mancano ancora tre persone al bar. È difficile trovare personale preparato. Oppure meno esperto, ma con voglia di imparare».
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