Minacce, schiaffi e insulti alla studentessa autistica: ecco le accuse a insegnante di sostegno e assistente agli arresti domiciliari

Minacce, schiaffi e insulti alla studentessa autistica: insegnante di sostegno è assistente agli arresti domiciliari
Minacce, schiaffi e insulti alla studentessa autistica: insegnante di sostegno è assistente agli arresti domiciliari
di Luca Patrassi
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Domenica 22 Maggio 2022, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 08:30

TOLENTINO - Una insegnante di sostegno e una assistente per l’autonomia e la comunicazione sono finite agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti aggravati nei confronti di una ragazzina autistica. Per le due operatrici scolastiche quarantenni, abitanti nel comprensorio tolentinate, interrogatorio di garanzia fissato per la prossima settimana.

A notare un comportamento anomalo della docente di sostegno è stata un’insegnante dell’istituto di istruzione superiore Filelfo di Tolentino che ha immediatamente segnalato il tutto alla dirigenza scolastica.

Nessun indugio dell’autorità scolastica ed immediato coinvolgimento dei carabinieri. 

L’inchiesta

I militari del Nucleo operativo di Tolentino insieme a colleghi del Reparto operativo di Macerata, con il coordinamento del pm Rita Barbieri e del procuratore facente funzioni Claudio Rastrelli, hanno dato il via alle indagini nel marzo scorso: raccolta delle testimonianze, intercettazioni ambientali e videocamere nascoste nella scuola. Quindici giorni di raccolta dei materiali che hanno consentito al magistrato di contestare alla docente di sostegno e all’assistente alla comunicazione, peraltro dipendente di una cooperativa sociale assegnataria dell’incarico da parte del Comune, il reato di maltrattamenti aggravati e di chiedere per entrambe una misura cautelare. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto gli arresti domiciliari per entrambe le indagate. Una storia, secondo l’accusa, di uno squallore assoluto ai danni di una ragazzina per l’inserimento della quale la scuola e il Comune avevano disposto il massimo dell’assistenza possibile con personale specializzato. A Tolentino invece per la studentessa, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, un incubo fatto di rimproveri, bestemmie, minacce, schiaffi, umiliazioni come quelle di non essere mandata in bagno ed essere costretta a farsela addosso, di scrivere un biglietto di auguri alla mamma per vederselo buttare nel cestino o di vedere buttati i suoi biscotti dalla finestra. Oltre a dire alla ragazzina che era inutile mandarla a scuola, che era un’incapace e a fare battute sessuali nonostante il suo disagio, i suoi pianti. 

La segnalazione

Ricevuta la segnalazione, i carabinieri hanno cercato di velocizzare i tempi dell’indagine per evitare che proseguisse ancora il calvario della ragazzina autistica e dunque la raccolta degli elementi di prova è durata un paio di settimane, il tempo appunto che la Procura disponesse di prove ritenute inconfutabili per chiedere le misure cautelari, richiesta presentata ed accettata. Ora appunto gli interrogatori di garanzia delle due indagate che avranno modo di dire la loro e difendersi. Dice il colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Macerata: «Di solito, per integrare uno studente diversamente abile le lezioni si frequentano in classe insieme agli altri studenti. Nel nostro caso invece lei veniva accompagnata in un’altra aula. Poi le docenti la ignoravano, parlavano al cellulare e quando la ragazzina cercava attenzione dalle insegnanti queste rispondevano con bestemmie e offese. Una volta le hanno fatto scrivere ripetutamente una frase e poi hanno buttato la pagina nel cestino. Le dicevano che era bugiarda, e così quando chiedeva di andare in bagno non le credevano, una volta ha fatto i suoi bisogni addosso per poi sentirsi insultata». La comandante della compagnia dei Carabinieri di Tolentino, la capitana Giulia Maggi, osserva: «L’insegnante e l’assistente spesso stavano al telefono, facevano altre cose. Raramente proponevano alla ragazza un elaborato e quando lo facevano finiva con colpi sulle mani e sulla nuca con una bottiglietta di plastica. C’erano anche schiaffi e spintoni quando la ragazza cercava l’affetto di un contatto fisico, facevano allusioni sessuali a fronte di gesti innocenti». 
I tempi
L’esigenza di tempi brevi: «Abbiamo abbreviato il più possibile i tempi di indagine - racconta il tenente Federico Pellegrini, comandante del Norm - per mettere fine a questo comportamento. L’indagine parte da una segnalazione che poi si è dimostrata molto più grave nella realtà rispetto al punto di partenza». Le indagini dei carabinieri hanno poi permesso di accertare che la vicenda andava avanti dal novembre dello scorso anno. Gli investigatori hanno infine sottolineato la piena collaborazione fornita dalla scuola di Tolentino.

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