Recanati, vigile del fuoco morto nell'esplosione del silos: chiesti due anni per il titolare della Gfl

Recanati, vigile del fuoco morto nell'esplosione del silos: chiesti due anni per il titolare della Gfl
Recanati, vigile del fuoco morto nell'esplosione del silos: chiesti due anni per il titolare della Gfl
di Benedetta Lombo
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Sabato 17 Dicembre 2022, 07:46 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 15:44

RECANATI - A otto anni dal drammatico incidente il processo in primo grado per la morte del vigile del fuoco Roberto Torregiani si avvia a definizione. L’imputato accusato di omicidio colposo è Giovanni Pirchio, oggi 80enne, in qualità di legale rappresentante della ditta Gfl che si trova in località Squartabue.

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Nella scorsa udienza il Pm Luisella Tassi aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione.

Poi l’udienza era stata rinviata a ieri per dare modo alla difesa e alla parte civile di discutere, il prossimo 3 febbraio l’udienza è fissata per eventuali repliche e sentenza. L’incidente mortale al centro del processo risale al 18 giugno del 2014 quando nel Silos della falegnameria si sviluppò un principio d’incendio. Subito dopo l’allarme sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, ma mentre gli uomini del 115 erano impegnati nell’operazione di spegnimento erano stati travolti da un’esplosione. Alcuni di loro avevano riportato delle lesioni, il più grave, Roberto Torregiani di Montelupone, era stato scaraventato a terra dall’onda d’urto dal solaio in cemento armato. L’impatto, a quattro metri e mezzo di altezza, fu terribile, tanto da provocargli traumi irreversibili. Il vigile del fuoco morì il 14 gennaio del 2016, dopo un anno e sette mesi di agonia dal drammatico incidente. Inizialmente il Pm Rosanna Buccini iscrisse nel registro degli indagati sia l’imprenditore sia il capo squadra dei vigili del fuoco, ma nel corso delle indagini fu lo stesso Pm a chiedere l’archiviazione del collega di Torregiani non rinvenendo alcuna responsabilità. Il Gip Enrico Pannaggi condividendo la ricostruzione del magistrato archiviò la posizione del capo squadra. Ieri l’avvocato Roberto Acquaroli ha rigettato gli addebiti. Alla richiesta della Procura si è invece associata la parte civile, l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, che tutela la sorella di Torregiani.

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