Morrovalle, colpi d’ascia sul portone di casa dell'ex marito: 47enne condannata a un anno e 800 euro da pagare

La nuova compagna aveva lanciato l'allarme

Va a casa dell’ex marito e cerca di sfondare la porta a colpi d’ascia, condannata a un anno
​Va a casa dell’ex marito e cerca di sfondare la porta a colpi d’ascia, condannata a un anno
di Benedetta Lombo
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Venerdì 24 Novembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 11:46

MORROVALLE - Va a casa dell’ex marito e cerca di sfondare la porta a colpi d’ascia, la nuova compagna spaventata chiama i carabinieri. Ieri la ex moglie è stata condannata a un anno di reclusione per violazione di domicilio, riconosciuto il vizio parziale di mente.   Il fatto risale alla mattina dell’11 settembre del 2019 quando la donna, maceratese oggi 47enne, si era recata a casa dell’ex marito a Morrovalle e dopo aver sfondato a calci una porta in legno che permette l’ingresso all’abitazione, era salita al primo piano, aveva preso un’ascia che aveva trovato lì, e aveva iniziato a infliggere colpi contro la porta chiusa a chiave. In quel momento l’ex marito era al lavoro, in casa c’era la nuova compagna che stava dormendo e che era stata svegliata proprio dai colpi d’ascia contro la porta. Terrorizzata e non capendo cosa stesse succedendo, la nuova compagna chiamò i carabinieri che arrivarono immediatamente sul posto.

Violazione di domicilio aggravata

La ex moglie finì dunque sotto processo per violazione di domicilio aggravata. Ieri in aula il giudice Roberto Evangelisti e il pubblico ministero Emanuela Bruno hanno sentito lo psichiatra Marco Ricci Messori, nominato dal giudice su richiesta della difesa per effettuare una perizia sull’imputata.

Il professionista ha confermato in aula di aver rilevato una parziale capacità di intendere e di volere della donna all’epoca dei fatti e di averne riconosciuto la pericolosità sociale. Successivamente l’imputata, difesa dall’avvocato Mauro Chiariotti ha rilasciato dichiarazioni spontanee: ha negato di aver usato l’ascia e spiegato di essere andata lì per riprendere i propri manoscritti che per lei erano importantissimi. All’esito della camera di consiglio il giudice ha condannato la donna a un anno di reclusione e al pagamento di 800 euro di risarcimento per ciascuna delle parti civili. L’ex marito e la compagna, infatti, si erano costituti con le avvocatesse Leide Polci e Lucrezia Gentili. «Leggeremo le motivazioni e impugneremo la sentenza in Appello – ha anticipato l’avvocato Chiariotti –. È stato un conteggio giuridico corretto ma non sono stati valutati i motivi per i quali la donna era andata a casa. Era andata a riprendere i propri manoscritti frutto della propria opera e della propria vita».

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