Le aziende edili preferiscono la ricostruzione: «Superbonus 110 meno attrattivo, si vira sul sisma»

Le aziende edili preferiscono la ricostruzione: «Superbonus 110 meno attrattivo, si vira sul sisma»
Le aziende edili preferiscono la ricostruzione: «Superbonus 110 meno attrattivo, si vira sul sisma»
di Mauro Giustozzi
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 04:25

MACERATA La fiammata dell’aumento delle materie prime si è fermata stabilizzandosi su valori elevati ma senza più incrementi mentre la ricostruzione post sisma prosegue senza soste grazie da un lato all’incremento del prezzario adottato dalla struttura commissariale guidata da Giovanni Legnini e dall’altro sfruttando un fermo dei cantieri del Superbonus 110% che ha fatto dirottare molte imprese sul cratere sismico.  

Resta il nodo dolente della mancanza di manodopera, non facilmente risolvibile nel breve periodo non solo per mancanza di lavoratori disponibili ma pure per i lunghi tempi necessari per riconvertire chi vuol entrare nel mondo dell’edilizia provenendo da altri settori. «I lavori nel cratere sismico stanno rilanciandosi in quanto parecchie aziende che prima erano impegnate sul Superbonus 110% -afferma Stefano Foresi di Confartigianato edilizia- ora stanno virando sui lavori per la ricostruzione, avendo subito un netto rallentamento quel tipo di lavori legati alla difficoltà di sbloccare i crediti. Che i cantieri della ricostruzione stiano aumentando lo vedo anche dai Durc di congruità che arrivano, anche se un po’ di incertezza c’è anche qui legata al cosa accadrà dopo il 31 dicembre quando il mandato di Legnini come commissario straordinario scadrà. Sulla ricostruzione, però, c’è l’allarme che viene dai comuni più piccoli, come Visso e Castelsantangelo per fare due esempi, dove le ditte vanno di meno per problemi logistici e collegamenti viari molto problematici. A questo si aggiunge la cronica assenza di manovalanza acuita dall’arrivo dell’inverno in zone di montagna». 

Livelli sempre alti
 

Anche se i prezzi delle materie prime hanno frenato la loro corsa al rialzo il costo per l’approvvigionamento resta comunque su livelli elevati. «I prezzi delle materie prime hanno frenato -continua Foresi- però non sono diminuiti. Per fortuna per quanto riguarda il prezzario sisma l’ordinanza 126 concede un incremento del 20% che certamente è un sostegno alle aziende che operano in questo ambito. Diversa la situazione del Superbonus dove finchè le banche non riaprono completamente i rubinetti sarà difficile vedere nuovi cantieri.

Da parte nostra abbiamo trovato una buona collaborazione con Enel X per la cessione dei crediti, però anche qui le tempistiche sono più lunghe e le percentuali, rispetto alle banche, sono meno convenienti». Il presidente di Ance Macerata, Carlo Resparambia, sottolinea quelle che sono le problematiche del settore edilizio in un periodo segnato da un inflazione che galoppa a due cifre e crisi energetica. «I prezzi si sono quasi normalizzati ma su livelli alti, non c’è stato un calo – dice Resparambia- diciamo che è finito il periodo in cui le oscillazioni verso l’alto erano giornaliere. La nota dolente resta quella sul Superbonus in quanto il sistema bancario non ci assiste nella cessione del credito e così diventa difficile effettuare lo sconto in fattura al cliente, in particolare quelli legati al sisma, in quanto noi abbiamo esaurito il plafond disponibile da portare in detrazione rispetto alle tasse che paghiamo. Se questo meccanismo non viene sbloccato il rischio è che si fermi completamente il superbonus. Diverso il discorso legato alla ricostruzione post sisma che procede speditamente grazie all’adeguamento del prezzario contenuto nell’ordinanza 126 e molte imprese si gettano su questo settore. Sulla manodopera, purtroppo, il quadro è sempre lo stesso: non è facile a breve riconvertire lavoratori che vengono da altri settori in edilizia, servono corsi di formazione e sulla sicurezza non si può prendere un calzaturiero e portarlo dentro un cantiere dalla sera alla mattina».

Appello Cna: «Chiarezza sul 110% al più presto»

Ndricim Popa della Cna edili chiede che si faccia al più presto chiarezza sul 110% da parte del nuovo governo. «Ci sono imprese che hanno lasciato i cantieri del 110% a metà – afferma Popa - perché non c’è liquidità, la cessione del credito alle banche è impossibile mentre coi privati arrivano delle proposte assurde di prendere il 70-80% sull’ammontare del cassetto fiscale. Qualche fornitore propone lo scambio di crediti con l’impresa edile, ma questo non è possibile in quanto noi abbiamo bisogno di liquidità. Insomma se non interviene con decisione il nuovo governo nel rapportarsi con gli istituti di credito la situazione sarà destinata a peggiorare con le ditte che rinunceranno sempre di più a fare questi lavori. Questa stasi sul superbonus ha rilanciato i cantieri del cratere che godono del prezzario ritoccato e possono lavorare con più certezze». 

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