«Rifiuti, maxi aumento delle tariffe. È scaricabarile tra Ata e Regione»

L’accusa dei sindacati: «Alla discarica di Fermo andrà anche una grossa parte dell’organico»

«Rifiuti, maxi aumento delle tariffe. È scaricabarile tra Ata e Regione»
«Rifiuti, maxi aumento delle tariffe. È scaricabarile tra Ata e Regione»
di Chiara Marinelli
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Mercoledì 9 Agosto 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 12:48

MACERATA - Le problematiche legate ai rifiuti preoccupano le sigle sindacali: «Ripercussioni negative per i cittadini e per i lavoratori del Cosmari». La questione è stata sollevata da Daniele Principi (Cgil), Rocca Gravina (Cisl), Andrea Coppari (Fp Cgil) e Claudio Giuliani (Fit Cisl). 


La posizione 


«La classe politica del nostro territorio continua a dimostrarsi lontana anni luce dagli interessi dei cittadini, con il risultato di un aumento esponenziale per le tariffe (oltre il 250%) e di possibili gravi conseguenze sul Cosmari.

Quanto avvenuto nell’assemblea del 3 agosto e l’assenza all’assemblea stessa di molti sindaci – si legge in una nota - sono l’ennesima dimostrazione dell’inefficienza dei politici locali. Alla necessità sempre più stringente di azioni virtuose si continua a rispondere con l’irresponsabile gioco del rimando continuo e dello scaricabarile delle responsabilità tra Ata e Regione Marche. Dal resoconto dell’assemblea apprendiamo che saremo costretti a portare a Fermo non solo l’indifferenziata ma anche una grossa parte della raccolta del rifiuto organico, essendo fallito il progetto (e il finanziamento tramite Pnnr) del tanto decantato biodigestore, peraltro costato solo di progettazione fattibilità oltre 500mila euro di soldi pubblici, di cui qualcuno dovrà essere chiamato a rispondere. Il conferimento a Fermo di oltre 25mila tonnellate annue della raccolta dell’umido - votata da tutti i sindaci presenti (tranne Tolentino e Montecassiano che si sono astenuti) - oltre ad un ulteriore aumento dei costi, rischia di costituire anche una seria ipoteca sulla sostenibilità economica futura del Cosmari, con tutte le possibili conseguenze sulla gestione di un servizio così strategico per il territorio e sul personale dipendente. Senza considerare la potenziale esposizione a ricorsi da parte di aziende che potrebbero gestire tale tipologia di rifiuti a costi molto più contenuti. In assenza di adeguata programmazione come potrà l’azienda gestire il futuro, elaborare un piano industriale, acquistare mezzi, organizzare il personale?».


I timori 

«In questo quadro - proseguono i sindacati - preoccupano anche i rapporti con l’attuale dirigenza del Cosmari, la quale sembra aver perso ogni forza propulsiva, in un susseguirsi di decisioni scarsamente comprensibili: valga ad esempio l’assurda modifica della raccolta pannolini attuata nel Comune di Civitanova prevedendo il porta a porta, presa senza nessun confronto con le organizzazioni sindacali e nessuna sperimentazione, non tenendo minimamente conto dell’impatto sui lavoratori in merito a salute e sicurezza. In questa come in altre situazioni sarebbe stato utile potenziare controlli e sanzioni dei comportamenti illegittimi, magari attraverso l’utilizzo degli ispettori ambientali. Lo stesso rispetto delle relazioni sindacali viene infine da tempo calpestato, con un sistematico rifiuto di confronto, nonostante le reiterate richieste di incontro. Come organizzazioni sindacali rappresentative chiediamo di essere coinvolte, nell’interesse del territorio, della cittadinanza e dei lavoratori del Cosmari».
 

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