MACERATA - Decine di anziani seduti su sedie di plastica, a mangiare un panino e a bere l’acqua minerale distribuita dalla Protezione civile, in attesa di vaccinarsi. E’ questa la scena che ieri nelle prime ore della mattinata e sino al primo pomeriggio, si è potuta osservare a San Severino, di fronte alla sala Italia, scelta dall’Asur come punto per le vaccinazioni.
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Ad andare in tilt è stato il sistema di gestione messo in campo dall’Asur, con le prenotazioni degli anziani in attesa di richiamo che si sono aggiunte a coloro che in attesa della somministrazione, al personale docente che avevano preso appuntamento per ieri. Circa 180 le persone in lista erano previste ieri, almeno il doppio del numero standard di vaccinazioni giornaliere di San Severino. L’attesa media della mattinata per vaccinarsi è stata di circa tre ore.
Un cartello ha avvisato che per coloro che facevano la prima dose oggi è disponibile solo Astra Zeneca, mentre Pfizer è rimasto riservato a coloro in attesa del richiamo.
Conclude Daniel Taddei: «Come Cgil, Cisl, Uil abbiamo fatto varie sollecitazioni a livello regionale, perché la giunta sta mostrando delle gravissime carenze, rispetto a questa situazione. Occorre capire la capienza, nel primo richiamo non ci sono state grosse problematiche, perché si riusciva a reggere il carico. Oggi è inaccettabile, perchè hanno più che raddoppiato il numero di vaccini da fare, ma il personale sanitario è sempre lo stesso ed il luogo è completamente inadatto a questa mole di vaccinazioni».
Falsa partenza anche per i medici di base che ieri avrebbero dovuto avviare la campagna vaccinale per gli over 80 impossibilitati a spostarsi da casa. Lo stop a AstraZeneca complica il quadro visto che al momento c’era solo quel vaccino disponibile. Ma anche ieri mattina, quando il blocco dell’Aifa non era ancora arrivato, per i medici era impossibile trovare qualcuno disposto a somministrarselo. Bernardo Cannelli, segretario provinciale Fimmg: «Di fatto da oggi (ndr. ieri) possiamo operare, ci hanno indicato il distretto sanitario come luogo dove andare a prendere questi vaccini ma purtroppo nessuno se li vuol fare - aveva dichiarato Cannelli - . In questa fase dovremmo vaccinare le persone che sono a casa, gli ultraottantenni che non possono spostarsi. Ci è giunta una lista da parte dell’Asur delle persone che si sono prenotate e noi andremo a domicilio se troviamo qualcuno che è disposto a farsi l’Astra Zeneca», aveva aggiunto.
«C’è un vero e proprio fuggi fuggi non appena gli comunichiamo che il vaccino da inoculare è solo questo». I medici di medicina generale, se il caso AstraZeneca si risolverà, hanno una precisa disponibilità settimanale di vaccini da poter utilizzare per le inoculazioni a domicilio. «Si tratta di dieci dosi settimanali –prosegue Cannelli- che ogni medico di base avrà a disposizione ma se il clima non si rasserena, non vengono dati messaggi precisi e rassicuranti, la gente purtroppo non si vaccina. Altro discorso sarebbe quello di poter dare il vaccino a coloro che non sono nelle liste che ci sono state inviate: faccio l’esempio di un ultraottantenne che si rifiuta magari c’è un cinquantenne, come mi è capito personalmente, che sarebbe stato disponibile a ricevere la dose di AstraZeneca ma non è possibile per ora poterlo fare. In questo modo, di fatto, non decolla la vaccinazione e si ferma tutto. Almeno fino a quando non ci daranno anche il Pfizer o Moderna». Anche il presidente dell’Ordine dei medici maceratesi, Romano Mari, conferma che la situazione è ancora in stand by. «Non abbiamo ancora fatto nulla –ribadisce Mari- le vaccinazioni non sono ancora iniziate quelle che possiamo fare noi a domicilio per la categoria degli ultraottantenni che non possono spostarsi da casa».