Macerata ricorda Pamela Mastropietro a 5 anni dall'orrore: «Mai più indifferenza»

Macerata ricorda Pamela Mastropietro a 5 anni dall'orrore: «Mai più indifferenza»
Macerata ricorda Pamela Mastropietro a 5 anni dall'orrore: «Mai più indifferenza»
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Lunedì 30 Gennaio 2023, 17:43 - Ultimo aggiornamento: 22:13

MACERATA - Macerata ricorda Pamela Mastropietro nel quinto anniversario dell'orrore di cui stata vittima. Questa mattina l’Amministrazione comunale hanno voluto ricordare, con un momento di riflessione e di preghiera ai Giardini Diaz, dove due anni fa è stata installata la targa in memoria di Pamela Mastropietro, il quinto anniversario dalla morte della 18enne, uccisa il 30 gennaio del 2018. «Sono passati cinque anni e ancora non è stata fatta giustizia» ha ricordato Alessandra Verni, mamma di Pamela Mastropietro, alla fine della messa in ricordo della 18enne romana che, dopo essersi allontanata da una comunità, fu uccisa esattamente 5 anni fa e i suoi resti, chiusi in due trolley, abbandonati a Pollenza vicino a Macerata.  «Il Signore dice "fidati di me" - ha detto la mamma di Pamela - può sembrare difficile in alcuni momenti, ma è proprio nelle difficoltà e che il Signore si fa sentire ancora di più per farci rialzare incoraggiandoci a combattere per il bene comune. Io mi fido di Dio».

 

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Come simbolo di rinascita, speranza e ricordo sono state messe a terra due piante sempreverdi (un agazzino e un mandarino giapponese).  «La città di Macerata ha il dovere di ricordare Pamela Mastropietro ed esprimere vicinanza ai suoi familiari che stanno ancora cercando la verità – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli dopo il momento di preghiera guidato da don Andrea Leonesi -.

In questa giornata di commemorazione, l’augurio è di avere una comunità sempre più coesa per combattere contro il male dei nostri tempi, l’indifferenza; che il ricordo di Pamela generi vita e speranza nel solco dei valori positivi della vita».

 

«È doveroso da parte nostra non solo ricordare Pamela Mastropietro ma ripartire da qui per avere uno sguardo sollecito nei confronti dei tanti giovani fragili che oggi hanno necessità di essere supportati dalle istituzioni – ha aggiunto il vice sindaco e assessore alle Politiche Sociali Francesca D’Alessandro -. Pamela è una giovane donna che ha subito una violenza inaudita ma insieme a lei vogliamo dare un segnale di speranza nella direzione di un sempre tangibile percorso di aiuto, ascolto e comprensione; che questa commemorazione possa rappresentare un forte segnale alla cittadinanza da parte delle istituzioni».

Il Capitano Ultimo presente alla messa: «Preghiera di fratellanza»

«La nostra è una preghiera di fratellanza, amore e giustizia» ha drro Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo, presente alla messa in memoria di Pamela Mastropietro. Il Capitano Ultimo, attivo nel mondo del volontariato con un'associazione che si occupa di poveri ed emarginati, ha spiegato: «Abbiamo portato la preghiera dei campi rom per dire ad Alessandra e alla sua famiglia che siamo vicini e per chiederle scusa dell'indifferenza di tantissimi che invece dovrebbero parlare al suo posto». Davanti all'altare della chiesa di Ognissanti, in via Appia Nuova a Roma, una grande foto di Pamela Mastropietro sorridente e, insieme alla mamma Alessandra, tanti amici e parenti a ricordare la 18enne uccisa 5 anni fa. Tra i presenti anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa a Roma nel 1983 all'età di 15 anni, e Sergio De Caprio, capitano Ultimo, in segno di solidarietà. «Ci stringiamo intorno ad Alessandra e, con lei, ricordiamo Pamela», ha detto il sacerdote sottolineando poi «senza furori vendicatori», l'esigenza di «verità che pretende assunzione di responsabilità». 

L'omelia

«A volte davanti al cammino il Signore permette cose che ci lasciano attoniti e incapaci di comprendere, straziati: sembra non esserci un argine alla malvagità che può superare l'immaginazione. Questi sentimenti deve aver avuto Maria ai piedi della Croce e a lei vogliamo affidare Alessandra perché continui a sostenerla», ha detto poi il sacerdote durante l'omelia.  In mano agli amici palloncini bianchi e uno rosso a forma di cuore per ricordare la ragazza. La messa si è celebrata a meno di una settimana dalla nuova udienza, mercoledì scorso a Perugia, del processo bis a Innocent Oseghale, il nigeriano condannato in via definitiva per aver ucciso Pamela e per averla fatta a pezzi. Dopo la condanna in primo e secondo grado nei suoi confronti è invece ancora in corso un appello bis relativo alla sola violenza sessuale. E se quest'ultima dovesse cadere la pena per Oseghale potrebbe essere ricalcolata.

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