Il centro rivive con l’ateneo, l’edificio di piazza Stambi torna a essere un gioiello

Il centro rivive con l’ateneo, l’edificio di piazza Stambi torna a essere un gioiello
Il centro rivive con l’ateneo, l’edificio di piazza Stambi torna a essere un gioiello
di Daniel Fermanelli
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 03:35 - Ultimo aggiornamento: 13:33

MACERATA È un edificio smart, per usare le parole del rettore John Mc Court, quello che l’Università di Macerata ha presentato ieri alla città, perché fa un uso intelligente delle risorse energetiche e perché «è un luogo bello che contribuisce alla formazione di chi lo frequenta». Dopo due anni di lavori, l’ottocentesco palazzo in piazza Strambi, edificato come seminario vescovile, acquistata dall’ateneo nel 1980 e oggi sede del Dipartimento di Economia e diritto, aveva riaperto i battenti già lo scorso settembre. Mancava solo il taglio del nastro di ieri alla presenza della autorità civili, militari e religiose.

L’importanza

«Un segnale di speranza in un ateneo ferito dal sisma del 2016, ma che guarda con ottimismo verso il futuro», ha rimarcato il rettore.

Il vescovo Nazzareno Marconi ha portato la benedizione, la vicesindaco Francesca D’Alessandro il saluto della città per conto del sindaco Sandro Parcaroli. «Questa operazione – ha detto quest’ultima - è un modello, in un territorio così martoriato come il nostro, di come si possano intercettare fondi da diverse linee di finanziamento per rispondere al bisogno di ricostruzione della nostra comunità».

Le risorse

Grazie ai fondi europei di sviluppo della Regione Marche, a quelli del Ministero dell’Università e della Ricerca e del commissario straordinario per la ricostruzione, lo stabile è stato sottoposto a lavori di miglioramento sismico ed efficientamento energetico, con una riorganizzazione degli spazi interni e apparati tecnologici più moderni, come ha spiegato l’architetto Francesco Ascenzi, responsabile dell’area tecnica di Unimc. L’intervento è costato 4 milioni e 150mila euro. I lavori sono iniziati sotto il rettorato di Francesco Adornato. Il palazzo, che si sviluppa su duemila e 800 metri quadri, potrà accogliere fino a 800 utenti grazie a dieci aule con nuove attrezzature audio video per 623 posti, quattro laboratori informatici, altrettante sale polivalenti, tredici uffici e una sala ristoro. La struttura è stata adeguata alle più recenti norme sulla sicurezza sismica e per il superamento delle barriere architettoniche nonché a una maggiore sostenibilità energetica.

L’opera

«Tutto questo è parte di una più ampia opera di ristrutturazione che renderà più funzionante e bello il nostro ateneo», ha ribadito McCourt, riferendosi ai lavori conclusi sei mesi fa alla Loggia del grano, a quelli che partiranno a breve per i palazzi Ciccolini, Ugolini, via Crescimbeni 20 e per la sede di Giurisprudenza. A questi si aggiungono l’ex sede della Banca d’Italia con i palazzi Rotelli, Silvestri e Mozzi, o dei Diamanti e l’acquisto dell’ex convento di via Armaroli da parte dell’Erdis. Per l’edificio è previsto un intervento di oltre 8 milioni di euro finanziati dal Mur e 3,9 milioni dell’Ufficio ricostruzione per realizzare una residenza studentesca. I primi insegnamenti di economia a Macerata risalgono al periodo post unitario. Negli anni Novanta vengono istituiti i corsi di laurea. Nel 2001 nasce la Facoltà di Economia che, nel 2012, con la legge Gelmini, diventa Dipartimento.

«Il nostro gruppo di docenti – ha sottolineato la direttrice Elena Cedrola – rappresenta un eccezionale mix di scuole italiane. Ogni anno vengono colleghi internazionali, creando reti di studio virtuose. Abbiamo rivisto l’offerta formativa con nuovi corsi in data analisys e marketing della sostenibilità». Ospiti d’onore sono stati Elena Beccalli, oggi alla Cattolica di Milano, e Gian Luca Comandini che tiene corsi su blockchain e criptovalute. Intervenuti anche Valentino Sturba per gli studenti e Elisa Vallini per i dottorandi.

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